"Il problema abitativo si conferma in assoluto il più grave, tanto da rappresentare una vera e propria emergenza. La spesa per l'affitto, l'amministrazione e le utenze arriva ad assorbire, in molti casi, la totalità delle entrate del nucleo familiare". Ad affermarlo l'arcivescovo di Genova, monsignor Marco Tasca, nel Discorso di fine anno pronunciato oggi pomeriggio nella Chiesa del Gesù in Piazza Matteotti. Il presule ha parlato del "coraggio di dirci le responsabilità che non ci stiamo prendendo: le troppe case e spazi che teniamo vuoti a fronte di un grande bisogno e di affitti troppo cari specie per i giovani". E se da una parte vediamo "l'accumulo e la difesa di patrimoni - laddove ci sono - invece che l'investimento a beneficio della collettività, di progetti sociali e di lavoro giovanile", dall'altra parte "la "Mensa di città" prepara 500 pasti al giorno per i poveri".
In un altro passo del suo discorso ha ricordato che "la più grande minaccia di questa città non è solo diventare vecchia anagraficamente, ma permearsi di una mentalità dove il rinnovamento è difficile, qualunque sia l'età e la provenienza; dove si chiede autonomia senza responsabilità; dove ci si lascia pervadere dal soggettivismo e dall'individualismo". Nonostante i problemi, però "la più grande forza di questa città è avere tanta bellezza e umanità a portata di mano". Per questo "possiamo immaginare un mondo migliore perché abbiamo questa bellezza da svelare e accogliere". Il suo invito è quindi: "lasciamo alle spalle la città dei "sì, però". Scegliamo invece il "sì, quindi"". Nello stesso tempo, vanno coltivati "i semi di una speranza concreta, che se sapremo coltivare e diffondere, in dialogo con le altre comunità religiose e con le realtà vive di questa città, può darci orizzonti comuni di una Genova più felice, vivibile perché più fraterna".
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