(ANSA) - GENOVA, 15 MAR - Leonardo da Vinci ha scoperto la
vera natura dei fossili impiegando l'appennino piacentino come
laboratorio. Questa conclusione rivoluzionaria è stata
raggiunta in un nuovo studio condotto da un team internazionale
di scienziati guidati dal paleontologo Andrea Baucon (Università
di Genova) e comprendente Girolamo Lo Russo (Museo di Storia
Naturale di Piacenza), Carlos Neto de Carvalho (Naturtejo Global
Geopark/Istituto D. Luiz, Portogallo), e Fabrizio Felletti
(Statale di Milano). Lo studio è stato pubblicato sul numero di
marzo della rivista Rips, tra le 30 migliori riviste al mondo di
geologia. "Abbiamo scoperto il luogo dove è nata la
paleontologia - ha spiegato Baucon - ed è nata nell'appennino
piacentino". Questo risultato è stato raggiunto comparando i
Codici di Leonardo da Vinci con il registro fossilifero del
piacentino. Baucon ha studiato sistematicamente i codici di
Leonardo, scoprendo un passo dimenticato del Codice Leicester.
In questo passo Leonardo descrive curiose forme nella pietra,
interpretandole correttamente come icnofossili, ossia come
tracce fossilizzate del movimento di antichi animali. "È stata
un'emozione incredibile scoprire che Leonardo aveva intuito la
vera natura degli icnofossili - ha detto ancora Baucon -: questi
sono i fossili più difficili da comprendere, basti pensare che
fino alla prima metà del 1900 gli scienziati li interpretavano
erroneamente come alghe". Nel Codice Leicester, Leonardo ha pure
intuito la natura organica delle cosiddette 'conchiglie
pietrificate', ossia i resti fossili di antichi molluschi che i
contemporanei di Leonardo vedevano come curiosità inorganiche.
Nel nuovo studio, gli scienziati descrivono un nuovo sito
paleontologico: 'Pierfrancesco' ricchissimo di icnofossili di
organismi vermiformi: si trova a poca distanza da
Castell'Arquato, dove vi sono molluschi fossili con
perforazioni. "Tutti i cinque vincoli di da Vinci sono
soddisfatti - ha ribadito Baucon -: Leonardo ha indicato un'area
tra Parma e Piacenza, montuosa, ricca di molluschi fossili, e
con due tipi diversi di icnofossili, ossia perforazioni su gusci
e tracce di organismi vermiformi tra gli strati". (ANSA).