Terminata la prima fase di
recupero della Batteria Valdilocchi, che dal tardo XIX secolo
difendeva il levante del Golfo della Spezia da duecento metri di
altitudine. Costruita a difesa della piazzaforte marittima
sabauda da un possibile attacco in arrivo da sud, fu completata
nel 1886 e abbandonata al termine della seconda guerra mondiale,
quando la Wehrmacht in ritirata ne distrusse l'ingresso con gli
esplosivi. "Faceva parte del sistema di fortificazioni del
golfo, un complesso unico in Europa per ubicazione e dimensioni
- spiega l'architetto Ludovica Marinaro -. Il bene oggi è in
gran parte accessibile dopo essere stato ripulito dalle macerie.
In futuro, con nuovi finanziamenti, potrebbe diventare uno
spazio per eventi culturali all'aperto". Dalla collina si gode
una vista spettacolare che spazia dalla Spezia alla costa
toscana. "La posizione era strategica, i suoi dieci cannoni
potevano battere una zona ampia che va dalle alture di Lerici
fino alla via Aurelia", spiega Silvano Benedetti, ex ufficiale
di Marina e direttore del Museo Tecnico Navale. Le bocche da
fuoco sarebbero state traslate sulle Alpi durante la Grande
Guerra mentre oggi rimangono le piazzole che le ospitavano sulle
quali si intuiscono i meccanismi di puntamento scavato nella
pietra. "I numeri sopra l'ingresso dei locali erano necessari
perché i soldati erano ai tempi analfabeti per la maggior parte
- ha illustrato Stefano Danese, studioso di storia militare -,
ma tutti sapevano fare di conto, anche chi veniva da una cultura
contadina o pastorizia. Così era possibile dare ordini precisi".
Circa cento i fanti impiegati in questa che è uno delle circa
quaranta opere difensive storiche attorno alla Spezia. Per la
maggior parte abbandonate. "Un patrimonio da valorizzare in
chiave storica e turistica - l'auspicio del sindaco Pierluigi
Peracchini -, se riusciremo a trovare i finanziamenti".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA