Mezz'ora di "violenze sessuali,
percosse, accanimento animalesco sul suo corpo concepito come un
oggetto", da parte di ragazzi che la trattenevano "e ne
abusavano". Sono le accuse per il calciatore del Genoa Manolo
Portanova e altri tre in relazione alla presunta violenza
sessuale denunciata da una studentessa di 22 anni che sarebbe
avvenuta il 30 maggio in un appartamento nel centro di Siena. Lo
scrivono Il Secolo XIX e la Repubblica di Genova.
"Ero esausta, chiedevo di andarmene, di chiamare la mia
amica, mi veniva detto che era in bagno e non poteva
intervenire, ma nessuno in realtà la cercava". La ragazza aveva
raggiunto quell'appartamento nel centro di Siena per trascorrere
una serata con il giovane che in una chat aveva soprannominato
"il calciatore". La ragazza aveva riportato ferite e gravi
lesioni interne: prognosi di oltre 40 giorni e problemi
psicologici. Il pm senese Nicola Marini ha chiesto di processare
Manolo Portanova, il fratello William, oggi diciottenne e
minorenne all'epoca dei fatti, il cugino Alessio Langella, 24
anni e all'amico Alessandro Cappiello, 25 anni. Il 7 giugno
compariranno davanti al giudice dell'udienza preliminare, mentre
per Portanova junior è in corso un procedimento parallelo al
tribunale minorile. Le accuse sono gravissime: violenza sessuale
di gruppo e lesioni personali.
La ragazza ha raccontato come la serata con Manolo si fosse
poi trasformata in una violenza di gruppo. Langella, Cappiello e
Manolo Portanova finiscono ai domiciliari poche settimane dopo:
"Disprezzano la libera autodeterminazione delle scelte sessuali
di una donna", scrive il giudice. Gabriele Bordoni è uno dei
difensori di Portanova. "Abbiamo svolto indagini, il rapporto è
stato consensuale". Il calciatore, tramite il legale, precisa:
"Da mio padre (Daniele, ex difensore che militò anche nel Genoa,
ndr) e dal mondo dello sport ho ereditato valori sani e il
rispetto per tutti, in particolare per le donne. Sono addolorato
per i danni psicologici patiti dalla ragazza". L'ultima
dichiarazione della ragazza arriva attraverso il suo avvocato
Jacopo Meini: "È stato un atto di violenza assurda e immotivata.
C'era il consenso a un rapporto sessuale con il calciatore, non
con gli altri. Ora voglio solo giustizia".
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