Oltre agli agenti verrà sentito
anche il personale della salute mentale che aveva fissato un
appuntamento il 2 maggio per Alberto Scagni, il disoccupato di
42 anni che la sera del primo maggio ha ucciso la sorella Alice
sotto casa con 20 coltellate. Scagni ha ucciso la donna, madre
di un bimbo di un anno e 4 mesi, perché voleva più soldi dalla
famiglia.
Gli investigatori della squadra mobile, coordinati dal
procuratore Francesco Pinto e dall'aggiunto Vittorio Ranieri
Miniati, vogliono capire se vi sia stato un ritardo nella presa
in carico dell'uomo. La madre, il giorno dopo l'omicidio, aveva
raccontato di avere più volte telefonato alle forze dell'ordine
e di avere anche chiesto aiuto all'igiene mentale a inizio
aprile. Era stato fissato un appuntamento solo il 2 maggio.
Scagni poteva essere visitato prima?
La madre dei due ragazzi aveva raccontato che dal 22 aprile
c'era stata una escalation di episodi preoccupanti. In
particolare il 30 aprile era stata chiamata la polizia dopo che
era stata incendiata la porta di casa della nonna dei giovani
che abita nello stesso condominio del nipote. La donna aveva
indirizzato le forze dell'ordine verso Alberto dicendo che negli
ultimi giorni aveva danneggiato la porta più volte dopo che si
era rifiutata di dargli soldi. Il primo maggio, sette ore prima
del delitto, i genitori avevano chiamato ancora il 112 dicendo
che il figlio li aveva minacciati di sgozzarli ma erano stati
invitati a fare denuncia il giorno dopo.
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