"Ho sempre sognato di riprendere Govi. Anni fa scrissi a Repetti e Sciaccaluga (allora rispettivamente direttore e condirettore dello Stabile) per dar loro la mia disponibilità a portare in scena le sue commedie se avessero deciso un' operazione del genere. Il progetto non decollò. E quando Giuseppe Acquaviva del Sociale, con il Teatro Nazionale mi ha proposto di vestire i panni del grande attore non ci ho pensato un momento". Tullio Solenghi parla della nuova avventura, la messa in scena dei "Maneggi per maritare una figlia", la celebre commedia di Nicolò Bacigalupo che fu tra i cavalli di battaglia di Gilberto Govi. Debutterà al Teatro Sociale di Camogli il 20 maggio grazie a una coproduzione tra lo stesso Sociale con il Nazionale di Genova e il Centro teatrale Bresciano.
La regia è dello stesso Solenghi mentre scene e costumi sono di Davide Livermore. Accanto a Solenghi, Elisabetta Pozzi nei panni di Giggia, la moglie, l'indimenticabile Rina. Il cast è completato da Roberto Alinghieri (Venanzio e assistente alla regia), Stefania Pepe, Laura Repetto, Isabella Loi, Federico Pasquali, Pier Luigi Pasino, Riccardo Livermore.
Affrontare Govi non è facile: "Mi sono trovato a un bivio - spiega Solenghi - imitarlo o fare qualcosa di totalmente diverso. Ho scelto una terza via, l'ho clonato. Govi è ormai una maschera ligure e se non ho problemi a rifare Arlecchino non debbo averne a riprendere Govi….". "Secondo me I Maneggi è la commedia in cui la maschera goviana si prende più spazio. Ha una trama più esile rispetto ad altre e fa emergere in maniera ancora più forte Govi". "L'amore per Govi nasce da ragazzino. Un giorno giocavo a pallone con gli amici e arrivò la notizia che Govi stava pranzando con la moglie Rina al Ristorante Lillo. Ci precipitammo. Lui fu cordialissimo: fece un autografo su un tovagliolino di carta con uno schizzo con il suo volto. Rimasi affascinato e da allora sogno di interpretarlo". Govi e la moglie Rina spesso improvvisavano. Lei e Pozzi vi atterrete al copione o improvviserete? "No, per me la comicità è matematica.
Un conto è se si fa un one man show; qui c'è un testo supercollaudato non si può scantonare".
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