(ANSA) - GENOVA, 20 MAG - «Interventi manipolativi di grave
smembramento di beni storico -artistici tutelati nella Curia di
Genova in ambienti vincolati» con l'obiettivo di «fare posto
all'arte e all'estetica superiore dell'Ikea». È la denuncia che
don Paolo Farinella ha rivolto alla Soprintendenza per i Beni
architettonici ed il paesaggio della Liguria e all'Ufficio Beni
Culturali Ecclesiastici dell'Arcidiocesi di Genova in merito
alle recenti modifiche avvenute in alcuni locali dell'Episcopio.
Nel carteggio che l'ANSA ha ricevuto dallo stesso sacerdote si
legge di «interventi dissennati che non denotano rispetto per la
storia, il pregio e la natura dell'ambiente in sé e dei mobili
che lo arricchiscono». Si legge di individui «predatori» che
avrebbero «cominciato a smembrare parte dell'episcopio, non si
sa se autorizzato dalle Autorità competenti».
La vicenda prende il via dalla decisione dell'arcivescovo, Padre
Marco Tasca, di non usufruire dei locali a disposizione del
vescovo nel palazzo della Curia di Piazza Matteotti. Scrive don
Farinella: «Mani impure stanno manomettendo l'Episcopio che ha
visto passare dalle sue stanze la storia di Genova. Le sedie del
'400/'500 e tutta la mobilia, quadri compresi, sono stati
portati parte nel Museo diocesano, parte in cattedrale e parte
in seminario. Penso che si metterà mano alla ristrutturazione
della Sala del trono, dal momento che il trono episcopale è
stato trasferito in cattedrale». Don Farinella aggiunge che «il
Vicario che ha bisogno di un ufficio fantozziano, può affittarsi
un appartamento nelle adiacenze, ma non gli è lecito manomettere
beni storici, artistici e architettonici di competenza dei Beni
Culturali della Curia, della Soprintendenza». (ANSA).