"La formazione deve essere legata alle buone pratiche che si realizzano. Non deve essere astratta, ma deve vedere e conoscere il tipo di protocolli che evolvono, altrimenti rischia di essere un carrozzone che arriva in ritardo". Lo ha detto il ministro del Lavoro Andrea Orlando intervenendo al primo convegno dedicato alle Rappresentanze dei Lavoratori di Sito (Rls) in ambito portuale. La sicurezza e la formazione sono stati al centro del convegno organizzato in Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale e iniziato con un minuto di silenzio in ricordo dei 5 lavoratori deceduti ieri in Adriatico.
La tecnologia applicata alla sicurezza garantisce un "salto di qualità importante di questi ultimi anni", ha detto il ministro.
Sul tema della formazione sulla sicurezza nel Pnrr sono previsti "5 miliardi di investimento. E poi soprattutto c'è il contrasto al lavoro nero: nel Pnrr l'Italia si è impegnata in un piano di contrasto al lavoro nero. Meno lavoro nero significa più sicurezza", ha aggiunto Orlando. "Una parte importante delle misure che stiamo attuando produrrà effetti nel corso del tempo. C'è però il problema di modalità in cui si organizza il sistema di competizione", ha poi spiegato il ministro. "Per quanto noi possiamo incidere a valle su tutte le questioni che riguardano la sicurezza, occorre però incidere anche a monte: sul contrasto al lavoro nero, sul rispetto delle regole e su un modello di competizione che si basa su dinamiche quantitative che espongono di più al rischio i lavoratori. Insisto sulla questione dell'aumento dei salari, il nostro Paese ha creato negli anni un modello di competizione basato all'abbassamento dei costi e non sull'aumento della qualità - ha rimarcato il ministro - Questo ha a che vedere molto con il tema della sicurezza. Rovesciamo il ragionamento, perché se non aumentano i salari non aumenterà nemmeno la produttività. La forza lavoro sta andando in altri Paesi. Per anni ci siamo preoccupati di quelli che arrivavano e non di chi andava via, perché i salari aumentano in altri Paesi. Ho avuto qualche polemica con il presidente nazionale di Confindustria su questo. Sono andato in Romania 20 giorni fa, dove stanno facendo venire la gente a lavorare dall'Asia. Ma in Italia c'erano 1 milione e 200 mila rumeni, dopo pandemia sono 950 mila. Sono andati in Germania, Francia, Inghilterra. Il tema dei salari attiene ai modelli di competizione e della sicurezza. Sono discussioni che devono essere tenute insieme".
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