"Nel 2019 in Liguria 2500 donne
si sono rivolte ai pronti soccorso dopo avere subito violenze o
maltrattamenti e lo hanno dichiarato. Nel 2020 sono state poco
più di 2000, nel 2021 oltre 2200. Ma tante donne nei pronto
soccorso riferiscono invece un danno accidentale, un incidente
domestico, una caduta. Bisogna moltiplicare per tre per avere
idea del fenomeno, perché i casi dichiarati sono molti meno di
quelli reali". Lo ha detto Paolo Cremonesi, referente regionale
del Piano Strategico Nazionale sulla violenza contro le donne e
direttore del Pronto Soccorso del Galliera, delineando il
contesto nel quale si è firmato l'aggiornamento del Protocollo
del 2018 per la prevenzione ed il contrasto della violenza nei
confronti di donne, minori e persone vulnerabili.
Tra le novità quella di mettere in rete tutti i soggetti che
si occupano del fenomeno e la creazione di un nuovo protocollo
che permette di individuare in modo più preciso i casi. "Alisa
collaborerà con l'autorità giudiziaria - spiega il direttore
Ansaldi - usando alcuni parametri, ad esempio confrontando un
accesso per violenza con tre accessi per altri motivi nel
biennio precedente, o cinque accessi per cause sconosciute nei
due anni. Da una simulazione sul biennio 2020-2021 emergono 10
mila casi sospetti".
"La legge del codice rosso ha dato un grosso impulso - ha
detto Vittorio Ranieri Miniati, procuratore aggiunto della
Procura di Genova - e in ogni procura sono state create sezioni
specializzate. Questo protocollo, sottoscritto da magistratura
e forze dell'ordine, Regione, Città Metropolitana, Comuni, Anci,
Alisa, ASL liguri, Università di Genova, Ufficio scolastico
regionale, diventa decisivo perché permette un flusso di
informazioni tra i soggetti coinvolti". "Questo è il risultato
di un lavoro iniziato quattro anni fa che ha dato i suoi frutti
- ha detto il prefetto di Genova Renato Franceschelli -, andremo
a migliorarlo con un coinvolgimento di tutte le istituzioni".
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