Niente permesso per nuovo cemento e
stop al progetto di demolizione con ricostruzione e annessa
piscina se un rustico in abbandono è inserito in una zona
costiera di "notevole bellezza tra prati e pinete", perché è
''ciò che rimane di un modello insediativo che costituiva una
unità inscindibile di paesaggio, rappresentato dall'opera
dell'uomo nella natura". È la motivazione richiamata dal Tar
della Liguria per confermare la legittimità dello stop a nuovo
cemento in una zona di Varazze (Savona), in via Pini d'Aleppo.
I giudici amministrativi hanno bocciato il ricorso di un
privato contro il ministero della Cultura. La Soprintendenza di
Imperia e Savona aveva negato il via libera al progetto
prevedeva la demolizione e la ricostruzione di un rustico in
stato di fatiscenza, con la realizzazione di una piscina. La
Soprintendenza si era opposta sottolineando che il vincolo della
zona riguarda un "tratto di fascia costiera di notevole
bellezza" per la conformazione del terreno e la vegetazione
formata da ampie pinete intervallate da prati.
"La Soprintendenza non ha inteso significare che il
manufatto, oggi allo stato di rudere, debba essere tutelato
quale reperto o vestigia del passato, ma semplicemente che
contribuisce significativamente alla definizione del paesaggio
tutelato", spiega il Tar nella sentenza che respinge il ricorso
del privato confermando la legittimità della linea del Mic.
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