La nuova diga del porto di Genova
sarà più corta di 2-300 metri per risparmiare sui costi e la
negoziazione sarà portata avanti anche con altre imprese oltre a
quelle delle due cordate che avevano manifestato interesse a
realizzare l'opera ma che non hanno presentato offerto lasciando
la gara senza partecipanti. Lo dice il presidente dei porti di
genova e Savona Paolo Emilio Signorini in una intervista al
Secolo XIX in cui si dice certo che il Governo darà priorità
all'opera nei fondi per gli extra costi.
La nuova diga foranea del porto di Genova è una delle opera
simbolo del Pnrr. La sua realizzazione completa vale un miliardo
e 300 milioni. la prima parte, quella della gara andata deserta
vale 929 milioni. Il progetto prevede il posizionamento di 104
cassoni in cemento armato a una profondità di 50 metri. I
cassono sono alti 28 metri, larghi 24 e lunghi 40. Le due
compagini che avevano manifestato interesse sono quelle composte
da WeBuild, Fincantieri, Fincosit e Sidra; e Eteria (Gavio -
Caltagirone), Rcm e Acciona. Si sarebbero tirate indietro per il
lievitare degli extracosti dovuti al rincaro delle materie prime
e perché l'importo di base d'asta era sottostimato. Perplessità
c'erano anche per le penali previste per i ritardi nella
consegna.
"A dicembre questi non ritenevano una follia affrontare il
cantiere. Nel frattempo sono successi diversi fatti che hanno
destabilizzato tutto: con la pandemia e la guerra in Ucraina ha
causato alle imprese un ripensamento. Ma un conto è se questa
vicenda la spieghiamo così, un altro è pensare che abbiamo
sbagliato tutto negli ultimi 3 anni.. C'è un problema
sistemico", dice Signorini, ricordando che anche Rfi ha ritirato
diversi bandi per poi riemetterli. «Non condivido questo clima
di frustrazione eccessiva. Abbiamo testato il mercato e adesso
possiamo rivedere alcuni elementi del bando e tornare sul
mercato. Andremo, come è possibile fare, a una negoziazione
diretta sul mercato con chi ha partecipato alla manifestazione
di interesse e anche con altri soggetti. Le imprese potranno
proporre migliorie che rispettano il progetto, approvato dal
Consiglio superiore dei lavori pubblici, ma consentono di
risparmiare; il molo da 2,8 Km potrebbe anche diventare più
corto, 2-300 metri, salvaguardando comunque le caratteristiche
di sicurezza e se ne tiene conto sul costo risparmiando alcune
centinaia di milioni; poi c'è l'adeguamento dei prezzi
attraverso il dl Aiuti che riconosce un forfettario del 20% come
adeguamento del prezzario regionale. Se ci fosse un ulteriore
aumento è prevista una copertura del 90% di questa eccedenza. Ho
sentito il ministro Giovannini che sostiene assolutamente
l'opera, e il governo farà il possibile per dare priorità alla
diga nel finanziamento degli extra costi con il fondo, e anche
noi stiamo valutando di inserire maggiori risorse», spiega
Signorini. Quanto saranno in totale gli extracosti? «Se ci
attestiamo ai calcoli del governo, siamo intorno ai 150- 200
milioni, però la norma attuale dice che qualsiasi numero oltre i
150-200 milioni è coperto al 90%. Le imprese ritengono che
ancora oggi la tutela non sia sufficiente, ma secondo me con
l'aiuto del governo e delle istituzioni locali si potrà
sciogliere anche questo nodo». La negoziazione partirà dalla
prossima settimana e dice Signorini "Contiamo ci siano altri
gruppi interessati".
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