Avrebbero sfruttato almeno cinque giovani donne cinesi, tra i 20 e i 35 anni, irregolari in Italia e abitanti a Milano, facendole prostituire in un appartamento nel centro di Imperia: una loro connazionale di 47 anni e il suo convivente italiano, di 62, sono stati arrestati, su disposizione del gip del tribunale di imperia, dai militari della Guardia di finanza con l'accusa di favoreggiamento e sfruttamento aggravato della prostituzione. Nell'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Francesca Bugané Pedretti, c'è anche un'altra persona coinvolta: il proprietario dell'appartamento utilizzato per gli incontri a luci rosse, indagato a piede libero. L'immobile è stato sequestrato.
Pedinamenti, appostamenti e intercettazioni hanno consentito agli uomini delle Fiamme Gialle di ricostruire il giro d'affari della coppia che in un anno avrebbe fruttato almeno 130 mila euro. In 11 mesi gli incontri, secondo gli investigatori sarebbero stati un migliaio.
Le ragazze 'fornite' agli arrestati da una organizzazione che garantiva la rotazione, venivano pubblicizzate su siti d'incontri online, dove erano indicati alcuni numeri di telefono in uso alla donna arrestata: era lei, di fatto, a gestire gli incontri concordando con i clienti prestazioni e prezzi, che partivano da 50 euro. La coppia tratteneva la metà degli incassi. Il giro di prostituzione andava avanti da anni e non si era interrotto neppure nel periodo delle limitazioni imposte per frenare la pandemia. Agli arrestati sono stati sequestrati anche 65 mila euro
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