"Lo stato di avanzamento finanziario dei progetti europei in Liguria è sotto alla media delle Regioni italiane più sviluppate. I dati dimostrano un'incoerenza tra capacità progettuale e attuazione dei progetti, devono essere pertanto attuate azioni per migliorare la capacità di spesa dei fondi europei in Liguria". Lo sollecita il procuratore regionale della Corte dei Conti Antonio Giuseppone durante l'illustrazione del giudizio di parificazione del rendiconto della Regione Liguria per l'esercizio 2021. La regione replica affermando che "come la relazione stessa riconosce, la spesa certificata al 31/12/21 per Fse Liguria 14-20 ha ampiamente superato il target per evitare il definanziamento automatico dei fondi".
La Corte dei Conti afferma che "per quanto riguarda il programma Por-Fse la Liguria è al terzultimo posto in Italia nella graduatoria delle Regioni sull'avanzamento finanziario dei progetti europei seguita da Marche e Umbria - sottolinea -. Analogo discorso per il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) dove la Regione Liguria si colloca al penultimo posto nella graduatoria della spesa pubblica".
La sezione ligure della Corte dei Conti indica che "l'efficienza realizzativa dei progetti europei in Liguria appare sotto alla media nazionale del cluster di riferimento delle regioni più sviluppate, specialmente con riguardo al Por-Fse. È, pertanto, necessario che venga posta in essere ogni azione necessaria al fine di accelerare la capacità di spesa dei fondi europei, in considerazione dell'approssimarsi della scadenza del 2023. Per quanto concerne la programmazione 2021-2027, sono stati approvati dalla Giunta i programmi regionali relativi al Fesr e Fse, rispetto ai quali è attualmente in corso la consultazione con la Commissione UE".
Il procuratore Giuseppone cita come esempio "i ritardi nel progetto sulla banda ultra-larga che si prefigge di portare la connettività veloce nei territori a fallimento di mercato".
. Secondo la Regione, invece, "l'andamento delle spese è in linea con le performance effettuate in tutto il periodo di programmazione, riconosciute dalla Commissione, che ha consentito nel 2019 l'attivazione della cosiddetta "riserva di efficacia" in favore del Por Fse Liguria, ovvero l'aumento delle risorse a disposizione dello stesso dice in una nota la Regione. "Dal punto di vista della programmazione della spesa il Por Fse ha impegnato una quota superiore al 95 per cento della sua dotazione. Il limitato residuo sarà programmato dopo la legge di assestamento di bilancio quando torneranno disponibili le economie accertate in corso di gestione, nel rispetto della normativa contabile dettata dal decreto legislativo 118/2011" dice la nota. Rispetto ai pagamenti la "Liguria conteggia e segnala gli stessi applicando il metodo più rigoroso". Sono riferiti "esclusivamente a spesa già sottoposta ai controlli di primo livello ed al netto di eventuali rettifiche". La Regione ammette un rallentamento: "Il dato è stato rallentato dagli effetti della pandemia" nelle attività "che non potevano essere svolte a distanza". Inoltre, a partire dall'inizio della pandemia, il Fondo Sociale Europeo ha messo in campo azioni di contrasto che hanno raggiunto tantissimi cittadini (Bonus Taxi, bonus turismo, tablet per le scuole, i contributi per i centri estivi) e con la conseguente maggiore complessità dei controlli, visti i numeri così alti. Regione Liguria ha comunque recentemente approvato un decreto di semplificazione delle procedure di controllo della spesa che consentirà di accelerare ulteriormente i tempi. Per quanto riguarda invece il FESR, cioè il fondo europeo di sviluppo regionale, a giugno è già stato superato il target di spesa che la commissione richiede al 31 dicembre 2022 dice la Regione. Per il report più aggiornato della rete rurale nazionale la Liguria è al 47% circa di risorse spese in rapporto a quelle programmate per quanto riguarda il FEASR, cioè il Fondo europeo agricolo di sviluppo regionale. "Regione Liguria continua a distinguersi sul fronte degli investimenti qualificati. Ha una quota di gran lunga superiore alla media nazionale di investimenti che per loro natura mostrano dinamiche strutturali più lunghe rispetto alle misure a superficie con pagamento diretto, ma anche un ritorno sulla filiera duraturo e più significativo". "Le misure a superficie sicuramente facilitano altre Regioni d'Italia e penalizzano la Liguria, che ha una superficie agricola di circa 40 mila ettari e non permetterebbe una agricoltura estensiva. Del resto l'agricoltura ligure punta tutto sull'eccellenza, sulla qualità e sulla garanzia sanitaria dei prodotti. Secondo il report più aggiornato della rete rurale nazionale, la Liguria è al 47% circa di risorse spese in rapporto alle risorse programmate. Altre Regioni hanno percentuali inferiori".
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