I genitori di Alice Scagni, la
donna di 34 anni uccisa sotto casa a Genova il primo maggio
scorso dal fratello Alberto (42 anni), hanno presentato in
procura una denuncia per omissione di atti d'ufficio e morte
come conseguenza di altro reato. L'esposto, affidato
all'avvocato Fabio Anselmo (il legale che si è occupato, tra gli
altri, dei casi Cucchi e Aldrovandi), punta il dito contro le
omissioni delle forze dell'ordine e della dottoressa della
Salute mentale. Secondo i familiari sarebbero stati
sottovalutati gli allarmi e le richieste di aiuto: se fossero
stati ascoltati e se si fosse intervenuti, Alice si sarebbe
salvata. La procura aveva aperto un fascicolo per omissione
d'atti d'ufficio e omissione di denuncia e nelle scorse
settimane erano state sentite una decina di persone tra agenti e
medici.
Scagni aveva ucciso la sorella, madre di un bimbo di un anno
e 4 mesi, perché voleva più soldi dalla famiglia. Nella
denuncia, i genitori ripercorrono l'escalation di violenza prima
dell'omicidio: dai pugni contro la casa della nonna in piena
notte fino al tentato incendio della porta dell'anziana e la
telefonata di minacce fatta ai genitori sette ore prima
dell'omicidio.
"Abbiamo cercato aiuto nelle istituzioni. Ci siamo imbattuti
in una fredda e ignorante burocrazia", aveva accusato Antonella
Zarri, mamma dei due ragazzi. Intanto è in corso la perizia
psichiatrica su Alberto per accertare se fosse in grado di
intendere e volere al momento del delitto.
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