(ANSA) - GENOVA, 15 NOV - A trent'anni dalle stragi di Capaci
e via D'Amelio la fiamma dell'accendino che Giovanni Falcone
consegnò a Pietro Grasso è tornata a riaccendersi davanti a
centinaia di giovani durante un incontro sulla legalità in
occasione della 27/a edizione del salone sulla formazione
'Orientamenti' dove è stata allestita la mostra l'Eredità di
Falcone e Borsellino curata dalla redazione ANSA della Sicilia.
"Nel 1992 mentre ci trovavamo sull'aereo da Roma a Palermo
Falcone mi consegnò un accendino d'argento perché aveva deciso
di smettere di fumare, 'se riprendo me lo restituisci' - ricorda
Grasso, già procuratore nazionale antimafia e presidente del
Senato - io lo presi e lo misi nella borsa, dopo qualche
settimana ricevetti la notizia della strage di Capaci. Tornai a
casa dall'ospedale di Palermo e ripensai a quell'accendino che
non avrei mai più potuto restituire. Da allora decisi che lo
avrei sempre portato con me. Attraverso il ricordo Falcone e
Borsellino sono vivi e la loro storia deve essere portata
avanti. Sono qui oggi per continuare la loro storia, perché voi
giovani siate gli interpreti dei loro valori. Falcone e
Borsellino erano delle persone normali, non dei supereroi, si
possono imitare".
All'evento è intervenuta in video collegamento Maria Falcone
"I momenti orrendi del 1992 hanno rappresentato nella storia
recente dell'Italia un periodo drammatico per la nostra
Repubblica, eppure gli italiani hanno saputo reagire e hanno
chiesto con forza alle istituzioni che la lotta alla mafia non
fosse più una risposta momentanea, ma una grande risposta che
diede a 'Cosa nostra' una batosta enorme. Certo non abbiamo
vinto, ma la mafia è stata ridimensionata".
"La mostra ANSA ai Magazzini del Cotone fino al 17 novembre
ricostruisce la storia dei due magistrati con le foto d'archivio
dell'Agenzia e delle famiglie", spiega Francesco Nuccio
responsabile della sede Ansa della Sicilia. "In quegli anni come
giornalisti abbiamo vissuto un'esperienza irripetibile, -
ricorda Franco Nicastro giornalista dell'Ansa a Palermo negli
anni più bui della lotta che la mafia fece allo Stato - almeno
mi auguro che sia irripetibile, siamo stati testimoni di una
lunga mattanza e di una sfida prepotente allo Stato" (ANSA).