Affidamento in prova ai servizi sociali senza che sia compromessa l'agibilità politica. Attività di volontariato dal 9 maggio in un centro per anziani di Cesano Boscone, alle porte di Milano, una volta alla settimana e per almeno quattro ore di fila. E, dal martedì al giovedì, possibilità di lasciare Arcore e la Lombardia per recarsi a Roma, a Palazzo Grazioli, per gli impegni di partito e, come accade in questo periodo, dettati dalla campagna elettorale per le europee. Lo ha stabilito il Tribunale di Sorveglianza che ha accolto la richiesta dell'affidamento in prova ai servizi sociali avanzata da Silvio Berlusconi che per il caso Mediaset, dovrà espiare, al netto dell'indulto, un anno di pena per frode fiscale.
Una decisione, quella della Sorveglianza, definita dal dagli avvocati Franco Coppi e Niccolò Ghedini "equilibrata e soddisfacente anche in relazione alle esigenze dell'attività politica" del leader di Forza Italia. Il provvedimento, scritto dal giudice Beatrice Crosti, è stato depositato in mattinata, entro i cinque giorni previsti dal codice dopo l'udienza in cui il collegio, guidato da Pasquale Nobile de Santis, presidente dei magistrati della sorveglianza milanesi, ha discusso con la difesa e con il sostituto procuratore generale Antonio Lamanna l'istanza dell'ex premier. I giudici, nella loro decisione, hanno tenuto conto dell'avvenuto risarcimento del danno al fisco, ma hanno ritenuto comunque di imporre all'ex premier un'attività "riparatoria", impiegando alcune ore del suo tempo nel volontariato.
Nell'ordinanza sono stati mesi nero su bianco tutti i paletti che Berlusconi, ancora "socialmente pericoloso" ma già avviato lungo la strada del "recupero", dovrà rispettare a meno di deroghe autorizzate volta per volta. Innanzitutto l'attività di volontariato ritagliata su misura per l'ex premier dall'Uepe, l'ufficio esecuzione penale esterna, e in "sintonia" con quella da lui proposta: per un giorno alla settimana e per non meno di quattro ore consecutive si dedicherà all'assistenza degli anziani ospitati nella struttura della Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone.
Un'attività non molto pesante e che gli consentirà di proseguire con la politica. Infatti i magistrati, salvo specifici via libera, gli hanno vietato di lasciare la Lombardia pur autorizzandolo, come lui stesso aveva chiesto, a recarsi a Roma, a palazzo Grazioli, dal martedì al giovedì giorno in cui, alle 23 in punto, dovrà rientrare a villa San Martino. In via del Plebiscito, così come ad Arcore, potrà uscire di casa dalle sei di mattina alle 11 di sera - è una prescrizione 'classica' - per gli impegni di partito e personali, non potrà frequentare pregiudicati e tossicodipendenti e, è sottinteso, mantenere le debite distanze da minorenni per via del processo Ruby.
E poi, come aveva già avvertito il pg giovedì scorso in udienza, dovrà evitare le "esternazioni pubbliche" e "offensive" contro le toghe, che "dimostrano spregio nei confronti dell'ordine giudiziario - si legge nell'ordinanza- , ivi compreso questo collegio".