Aggredito con acido: vittima in aula fissa sguardo Alex
Savi davanti giudici con volto sfigurato, 'verita' e giustizia'
(di Igor Greganti)
(ANSA) - MILANO, 16 SET - Con coraggio, ma soprattutto con "la fermezza e la serenita'" di chi non ha nulla di cui vergognarsi, ha voluto mostrare il suo volto sfigurato e pieno di cicatrici, che ha gia' dovuto subire molte operazioni chirurgiche. E non ha avuto timore di guardare in faccia quel giovane accusato di aver partecipato all'atroce aggressione con l'acido contro di lui. E' con la consapevolezza di aver diritto a "verita' e giustizia" che Stefano Savi, studente universitario di 25 anni e una delle vittime della cosiddetta 'coppia diabolica', e' entrato stamattina per la prima volta nell'aula del processo a carico di Alexander Boettcher, l'amante della bocconiana Martina Levato. "Voglio vedere in faccia i miei aggressori e voglio che si arrivi alla verita' e ad una sentenza giusta", ha detto Savi ai suoi legali, gli avvocati Andrea Orabona e Benedetta Maggioni, motivando cosi' la sua scelta di essere presente come parte civile davanti ai giudici. E intende esserci anche venerdi' prossimo, quando si aprira' anche per Levato e per il presunto complice Andrea Magnani il processo con rito abbreviato per la stessa accusa, quella di associazione per delinquere per una serie di aggressioni, oltre a quella a Pietro Barbini, anche lui sfregiato al volto, costata gia' 14 anni di carcere alla coppia. Savi, tra l'altro, come ha spiegato nella sua testimonianza il dirigente della Questura di Milano Maria Jose' Falcicchia, nel novembre scorso "e' stato vittima di un errore di persona, solo perche' somigliava fortemente a Giuliano Carparelli". Quest'ultimo, invece, si e' riparato dall'acido proteggendosi con un ombrello e salvandosi dall'assurdo percorso di "purificazione" che Martina, stando alle indagini, stava seguendo colpendo gli uomini con cui aveva avuto anche brevi relazioni. E mentre Savi stamattina, felpa e cappello in testa, si metteva seduto in un banco dell'aula, a meno di due metri da Boettcher, la difesa dell'imputato ha provato a chiedere che il broker potesse uscire dalla gabbia per stare vicino ai legali. All'istante, pero', il pm Marcello Musso si e' opposto facendo notare ai giudici che Alexander "esprime un forte grado di aggressivita' e puo' essere pericoloso per la presenza della persona offesa". Non ha avuto paura, tuttavia, Savi quando, dopo pochi minuti di udienza e' dovuto uscire dall'aula (dentro ne' telecamere, ne' fotografi) perche' da testimone (sara' sentito piu' avanti) non poteva ascoltare le altre deposizioni. E' passato a fianco alla gabbia e ha fissato per alcuni secondi lo sguardo di Boettcher, che e' rimasto impassibile a guardarlo. "Stefano - ha spiegato il legale Orabona - ha uno stato d'animo sereno e confida nella magistratura, senza rancore nei confronti di alcuno". Tra le ragioni che lo hanno spinto ad essere oggi davanti a Boettcher, anche la sensazione che la vicenda del bimbo partorito a Ferragosto da Levato abbia confuso i piani riguardo alle "vere vittime" di questa terribile storia. Davanti ai giudici, tra l'altro, oggi e' stata ascoltata la prima vittima: Antonio Margarito, anche lui studente universitario che, nel maggio 2014, subi' un tentativo di evirazione. "Martina - ha raccontato - dopo avermi ferito ad una mano e colpito nelle parti intime, mi inseguiva urlando 'vieni qui' ancora con il coltello in mano". Dopo quell'episodio, ha spiegato, "avevo paura di uscire di casa, perche' avevo timore di poter essere ancora ferito". Per la prossima udienza, il 23 settembre, e' stato chiamato a deporre anche Magnani, il presunto 'basista' che nei suoi verbali ha tirato in ballo la coppia raccontando di essere "succube di Alex".(ANSA).