Le due studentesse della facoltà di Chimica della Statale di Milano, Alessandra Covezzi e Flavia Roncalli, sono entrambe state uccise dal meningococco di tipo C, il più diffuso in Italia. E' un "piccolo passo avanti", come ha detto Giorgio Ciconali, il responsabile dell'Igiene Pubblica della Ats Metropolitana, commentando i primi esiti della analisi svolte dall'Istituto Superiore di Sanità e arrivati ieri in tarda serata. Ora si tratta di capire se i batteri della stessa famiglia, sono "gemelli e quindi identici o diversi".
Come ha spiegato il responsabile dell'igiene pubblica milanese, si tratta di analisi che, tra alcuni giorni, quando saranno concluse, permetteranno forse di sapere se i due batteri coinvolti a luglio e a novembre e che sono, quindi, della stessa famiglia o ceppo, sono gemelli e quindi identici o diversi. "Una volta che abbiamo in mano questo risultato - ha proseguito - si potrà capire se sia stata una sola persona, portatore sano, che le abbia contagiate". Questo però non cambia il piano di vaccinare 140 studenti della facoltà: si comincerà il prossimo 9 dicembre con i primi 60 ragazzi. Ciconali ha tenuto a precisare che il numero di 140 ragazzi da vaccinare è stato stabilito in modo precauzionale e per eccesso "considerando che tra le due ragazze e i 140 studenti ci possa essere stato un contatto prolungato e ravvicinato", unico modo per trasmettere la meningite. Comunque tutte le persone, compresi i compagni di università, che sono venuti a contatto con le due giovani morte sono già stati sottoposti a profilassi antibiotica.
Vaccino per 140 studenti Statale Milano - Prima la profilassi antibiotica, ora il vaccino: sono le misure predisposte dall'Agenzia per la Tutela della Salute (Ats) per le circa 140 persone che sono venute a stretto contatto con le due studentesse dell'Università Statale di Milano morte per meningite. Due giorni fa una studentessa di Chimica della Statale di Milano è morta al Niguarda a causa della meningite, e lo scorso luglio era deceduta per lo stesso motivo un'altra ragazza che frequentava lo stesso laboratorio universitario. "In queste fasi emergenziali iniziali, poche ore dopo il decesso delle persone o il rilievo della malattia - spiega Giorgio Ciconali, responsabile dell'Igiene Pubblica della Ats Metropolitana - si attua la profilassi antibiotica con le persone che hanno avuto contatti stretti o prolungati negli ultimi 10 giorni. La vaccinazione è una fase diversa della profilassi, facendo la vaccinazione ci si toglie a prescindere il peso della malattia in qualsiasi momento". "Il pensiero per questi ragazzi - dice il responsabile sanitario - è dargli una maggior protezione avendo avuto due casi nello stesso luogo e nella stessa comunità di persone. Per loro in attesa degli sviluppi degli esami batteriologici, si è pensato a una vaccinazione gratuita e sollecita". La misura del vaccino contro la meningite "è dedicata soltanto a quelle persone, circa 140, che rappresentano il nocciolo intorno ai due casi che ci sono stati, mirata al gruppo di persone vicino alle due ragazze purtroppo decedute".