Ci sono diversi elementi da chiarire nell'inchiesta sul duplice omicidio avvenuto ieri nel Bresciano ad opera di Cosimo Balsamo, 62 anni, che si è poi tolto la vita dopo aver ucciso a Flero il 78enne Elio Pellizzari e a Vobarno il 61enne James Nolli. Da chiarire chi abbia fornito le armi all'assassino che ha utilizzato un fucile a pompa e due pistole tutte con matricola abrasa e ora sequestrate dalle forze dell'ordine. Da capire, inoltre, se l'uomo sia stato accompagnato ed eventualmente da chi in occasione del primo delitto, dal momento che è poi scappato con l'auto di Giampietro Alberti, proprietario del capannone teatro del primo delitto e che, raggiunto da un colpo di arma da fuoco, è stato operato alle gambe.
Il primo imprenditore a cadere sotto i colpi di pistola di Balsamo si chiamava Elio Pellizzari, imprenditore di 78 anni. L'uomo è stato freddato in un capannone a Flero, in provincia di Brescia. Il killer era arrivato in auto, era sceso, e una volta nel capannone e aveva sparato ferendo anche un operaio. L'azienda si occupa di commercio di veicoli industriali.
"Mi hai rovinato" avrebbe gridato Balsamo prima di sparare e di fuggire in auto.
Successivamente Balsamo ha ucciso a Carpeneda di Vobarno, James Nolli, un altro imprenditore che era anche stato suo coimputato nel processo per la banda dei Tir per il quale Balsamo era stato condannato. Anche la persona rimasta ferita nel capannone di Flero, era stata coinvolta nel processo.
Balsamo lo scorso 30 gennaio era salito su una tettoia del tribunale di Brescia per protestare contro il sequestro della sua abitazione. L
Nel 2009 Balsamo era stato condannato per associazione a delinquere finalizzata al furto e riciclaggio perché faceva parte della banda dei tir che nei primi anni del 2000 aveva derubato aziende di trasporto di metalli in tutto il Nord Italia. Le forze dell'ordine l'avevano convinto a desistere.
Una delle ultime vicende giudiziarie che vide coinvolto Cosimo Balsamo è una richiesta di revisione respinta dalla Corte d'appello di Venezia e poi dalla Cassazione della sentenza di condanna a sette anni e quattro mesi della Corte d'appello di Brescia per associazione a delinquere furto e ricettazione. Nella richiesta Balsamo lamentava che James Nolli, una delle sue vittime, era stato condannato per furto, mentre lui per ricettazione, mentre aveva sempre sostenuto di aver personalmente rubato i mezzi con cui l'organizzazione depredava aziende che lavoravano metalli e altro. Balsamo sosteneva che la condanna per ricettazione fosse ingiusta in quanto a questa era conseguita l'applicazione della confisca dei suoi beni, proprio in relazione alla condanna per ricettazione.
Cosimo Balsamo mise, nel 2011, tre cartucce di fucile e otto proiettili di pistola nel cestino della bicicletta di un giudice bresciano. Il giudice, che all'epoca era in servizio all'Ufficio gip, aveva deciso sulla confisca di un immobile di Balsamo. Accanto ai proiettili c'era anche un biglietto con delle minacce.