/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Sharon: i testimoni, 'siamo di origini straniere come Sangare'

Sharon: i testimoni, 'siamo di origini straniere come Sangare'

'Vogliamo far riflettere, forse senza di noi lui sarebbe libero'

BERGAMO, 31 agosto 2024, 09:35

Redazione ANSA

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA

Erano usciti per allenarsi la notte tra il 29 e il 30 luglio scorsi i due testimoni - italiani di origine marocchina - che hanno riferito agli investigatori di aver visto un uomo in bicicletta la sera del delitto di Sharon Verzeni a Terno d'Isola e che poi hanno riconosciuto Moussa Sangare, il 31enne - italiano con origini nel Mali - che, portato al comando dei carabinieri e interrogato, ieri all'alba ha confessato l'omicidio. I due testimoni, 25 e 23 anni, il primo commesso in un negozio di abbigliamento e l'altro autista per un grande magazzino, giocano rispettivamente a kickboxing e calcio e quella sera erano usciti, hanno spiegato in un'intervista a Repubblica, come al solito molto tardi.
    "Era più o meno mezzanotte - hanno ricordato -, eravamo a Chignolo vicino alla farmacia e davanti al cimitero dove ci siamo fermati per fare delle flessioni. A quel punto sono passati due nordafricani in bicicletta, poi un terzo. Lui ci è rimasto impresso, perché era un po' strano. Aveva una bandana in testa e un cappellino, uno zaino e gli occhiali. Ci ha fissato a lungo e poi ci ha fatto una smorfia. Non lo avevamo mai visto prima.
    Abbiamo raccontato di quel ragazzo quando siamo stati chiamati in caserma".
    Quanto hanno riferito è stato uno degli indizi che hanno consentito ai carabinieri di arrivare a Sangare. "Ora - hanno riferito dopo aver appreso del fermo del 31enne - ci sentiamo orgogliosi per essere stati utili all'identificazione dell'assassino". "Noi - hanno aggiunto - abbiamo avuto la cittadinanza italiana da ragazzini, a quindici anni. Vogliamo far riflettere che se il killer è di origini straniere, lo siamo anche noi. Forse senza la nostra testimonianza sarebbe libero.
    Pensiamo di aver fatto il nostro dovere".
    Ai due adesso resta solo un rimpianto, dato che quella notte non si trovavano vicino al luogo dell'aggressione: "Non abbiamo potuto fare qualcosa per Sharon. Se fossimo stati più vicini forse avremmo potuto salvarla. Magari l'assassino ha visto una preda facile, come quei due ragazzini che voleva aggredire.
    Quando ha incrociato noi, invece, ci ha solo guardato male ed è andato avanti".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza