Assumevano camerieri pakistani e li facevano lavorare 14 ore al giorno pagandoli 600 euro al mese; i lavoratori dormivano in un sottotetto e se rivendicavano diritti venivano buttati fuori. Con l'accusa di caporalato, i carabinieri per la tutela del lavoro di Pesaro e Venezia, competenti per territorio, hanno arrestato e portato in carcere la notte scorsa la 40enne titolare cinese di un ristorante di sushi di Pesaro e un 'reclutatore' pakistano di 42 anni bloccato ieri notte a Pratola Peligna (l'Aquila). L'operazione denominata "Sushi" è coordinata dalla Procura di Pesaro. Dagli accertamenti dei militari è emerso che il reclutatore assoldava suoi connazionali pakistani (15 gli sfruttati, 28 quelli che sono transitati nel ristorante in un anno) che accettavano di tutto pur di dimostrare alle autorità di avere un lavoro in modo da ottenere il permesso di soggiorno per motivi umanitari.
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