Si sono svolti questo
pomeriggio, nel Duomo di Senigallia, i funerali di Alfredo
Pasquini, il 26enne ucciso il 29 marzo scorso da un colpo di
pistola sparato dal padre Loris al culmine di una lite. Il padre
ò ora in carcere accusato di omicidio volontario aggravato dal
rapporto di parentela. Solo due giorni fa era stata restituita
la salma alla mamma Veronica e alla sorella Stefania, dopo le
perizie medico-legali. Nell'omelia il parroco don Aldo
Piergiovanni ha sottolineato il grande dolore per una madre di
veder morire il proprio figlio e come non esista alcun termine
per descriverlo, "perché non è previsto, non è definibile, non è
naturale. Preghiamo per Alfredo e per tutti coloro che sono
coinvolti in questa tragedia". Alcuni amici del ragazzo hanno
letto una lettera in cui chiedono scusa per non essergli stati a
fianco quando serviva. "La cattiveria non era nelle tue corde -
hanno detto - eri buono, uno spirito semplice. Il tuo dolore ti
ha portato poi a diventare una persona diversa, ma noi non
abbiamo capito le tue fragilità: ti abbiamo abbandonato nel
momento del bisogno e per questo ti chiediamo scusa. Non avevi
colpe e non ti meritavi questo, ma sappiamo che ora sei di nuovo
felice". La salma del 26enne è stata poi portata, dopo un corteo
funebre, alle Grazie, in attesa di poter svolgere, lunedì 12
aprile, la tumulazione nel cimitero di Roncitelli, la frazione
di Senigallia in cui Alfredo Pasquini, nato a Jesus Maria, un
distretto del Perù della provincia di Lima, ha vissuto per la
maggior parte del tempo e a cui era molto legato.
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