In 200 tra ristoratori, gestori di discoteche, bagnini, è tutto il settore legato al food stanno partecipando ad Ancona all'iniziativa indetta dalla Fipe-Confcommercio Marche per chiedere una data certa sulle riaperture di settore piegate dalla pandemia. "#siamo a terra", "300mila imprese a rischio" e "#norestrizionidiorari": sono alcune delle scritte apposte su cartelli mostrati dai partecipanti alla protesta seduti sulle sedie nel piazzale della sede di Confcommercio Marche Centrali di via Totti in zona Baraccola di Ancona, che chiedono riaprire. Si sono anche collegati con l'analoga iniziativa nazionale di protesta in corso a Roma e in altre città italiane.
#ilfuturononsichiude l'hashtag capofila della protesta "pacifica e dignitosa" ha ricordato il direttore di Concommercio Marche e Marche Centrali Massimiliano Polacco che ha invitato a prendere subito la parola il ristoratore Marcello Nicolini, titolare dell'omonima attività a Portonovo, dimesso l'8 aprile scorso dall'ospedale dopo un ricovero per Covid-19.
Confcommercio ha snocciolato i dati delle perdite con la pandemia: nel 2020 sono stati 4,7 miliardi di euro. Solo il comparto della ristorazione ha perso un miliardo di euro di pil.
Il crollo dell'occupazione nel territorio è di 65mila unità di cui 38mila nel settore turismo e ristorazione. Per i primi tre mesi 2021 si ipotizza una perdita di 2 miliardi nelle Marche (per il terziario). La ristorazione nelle Marche ha perso 450 milioni di euro per i primi tre mesi 2021. (ANSA).