"Basta parlare di ripartenza.
Iniziamo a parlare di Ri-evoluzione. Non rivoluzione, ma proprio
di Ri-evoluzione. Il mondo si sta disfacendo. Noi dobbiamo
salvare il mondo. Non dobbiamo ripartire da come lo avevamo
lasciato". E' l'invito lanciato da Roberto Vecchioni, che ieri
sera ha partecipato al Festival della Storia di Ancona, dove il
cantautore, scrittore poeta e professore si è raccontato
rispondendo alle domande di Marco Moreschi, direttore del Banco
Marchigiano e suo amico. Titolo dell'evento inserito nella
rassegna a tema "Naviganti" è stato "Il viaggio oltre...".
Argomento rispettato nella sua vastità dall'artista milanese: il
viaggio diventa quello della vita, delle prove che ognuno di noi
è chiamato a superare, ma anche quello per andare oltre il
dolore, un tema affrontato da Vecchioni in poesia e in musica.
"Non esiste una ricetta valida per tutti - ha detto -. La vita è
una alternanza di momenti meravigliosi e momenti bruttissimi e
il dolore è il momento in cui ci si mette in discussione. Ho
sofferto, ma era sempre il sabato e sapevo che la domenica
sarebbe tornata. A salvarmi la vita sono gli amici e la cultura.
Cultura intesa non come nozioni, ma come connessione, come
ricerca. Quando cerchi e cerchi, non hai tempo di pensare al
dolore". Vecchioni ha anche ricordato la canzone "Sogna,
ragazzo, sogna", "scritta il il giorno del mio pensionamento da
professore, l'ho cantata ai ragazzi della maturità. Perché non
gli potevo lasciare che il sogno, ma il sogno non deve essere
utopico. Sogna qualcosa che puoi fare che puoi rendere tuo". Un
viaggio quello con i ragazzi e con gli studenti che ha sempre
accompagnato la carriera artista di Roberto Vecchioni e a cui è
dedicato l'ultimo libro "Lezioni di volo e di atterraggio". "Ai
ragazzi di oggi dico: non buttarti mai giù quando sbagli. Non
devi mai pensare di aver perso. Perdere è una invenzioni di una
sottocultura maschilista che tende sempre al bianco o al nero.
Non è così. Quando vinci, vinci, ma quando perdi è perché devi
imparare. É importante - ha concluso - che i ragazzi abbiano
questa concezione del mondo".
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