L'auto manomessa, inseguita sul
bus, al lavoro e minacce continue di morte come "tra un po' non
riderai più" e "tua madre la faccio fuori". Con l'accusa di
stalking è a processo al tribunale di Ancona un boliviano di 52
anni, già reduce da una condanna per maltrattamenti nei
confronti della ex moglie peruviana di 50 anni. Stando alle
accuse a suo carico l'uomo, quando ancora era ai domiciliari per
finire di scontare la pena per maltrattamenti, avrebbe ripreso a
perseguitare la ex consorte, ad Ancona, dove vivevano entrambi.
Tre mesi, da giugno ad agosto 2018, in cui la donna non sarebbe
stata solo minacciata ma anche inseguita e pedinata, tanto da
ritrovarsi l'uomo anche sul bus quando andava al lavoro. Dopo
quattro denunce è intervenuta la Squadra mobile e il boliviano è
finito a processo. Questa mattina in aula ha testimoniato la
vittima, parte civile con l'avvocato Laura Catena, che ha
ripercorso i mesi di paura e ansia vissuti. "Più che lui
sembravo io quella ristretta ai domiciliari - ha riferito la
donna - non potevo più uscire, non potevo portare i bambini al
parco, non potevo prendere il bus che lui me lo trovavo sempre
davanti. Anche adesso ho paura, ho paura che torni e che mi
faccia fuori». L'uomo, difeso dall'avvocato Donatella Baleani, è
stato espulso dall'Italia e ora si troverebbe all'estero per
motivi turistici. In due occasioni la ex moglie ha trovato anche
l'auto manomessa. Prossima udienza il 24 novembre.
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