Cinque condanne e due assoluzioni.
Sono le richieste formalizzate dal pm di Ancona Paolo Gubinelli per i 7 imputati del processo 'bis' per la strage della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, relativa al cosiddetto filone 'amministrativo' relativo alle autorizzazioni e alla sicurezza del locale, che hanno scelto di procedere con rito abbreviato e quindi con la possibilità di uno sconto di pena in caso di condanna. L'udienza, davanti al gup di Ancona Francesca De Palma si è aperta con la requisitoria dei pubblici ministeri titolari del fascicolo d'indagine, Gubinelli e Valentina Bavai ed è durata sette ore. Per due dei proprietari della discoteca, Letizia Micci e Mara Paialunga, madre e figlia, è stata chiesta l'assoluzione perché all'esito dell'attività indagine non sono emersi elementi di colpevolezza. Per Marco Cecchini, dj e gestore di fatto del locale sono stati chiesti sei anni di reclusione più un mese di arresto. Per Carlantonio Capone, socio della Magic che aveva in gestione la discoteca sono stati chiesti 4 anni, 8 mesi e un mese di arresto, per Gianni Ermellini, responsabile della security, 4 anni e 8 mesi mentre per Alberto e Marco Micci, anche loro proprietari dell'immobile, tre anni di reclusione. La prossima udienza è stata fissata il 10 febbraio per le parti civili. Nella strage, avvenuta nella notta tra il 7 e l'8 dicembre 2018, sei persone (cinque adolescenti e una mamma di 39 anni) morirono schiacciate nella calca e circa 200 rimasero ferite. Un fuggi fuggi innescato da una sostanza urticante usata dalla cosiddetta banda dello spray, già condannata in primo grado. Per loro, sempre ad Ancona, si apre domani il processo di appello.
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