"Non chiamatelo incidente, è un problema strutturale". E' lo slogan con il quale sono scesi in piazza oggi a Fermo studenti universitari e medi, ma anche sigle sindacali come Fiom Cgil e Usb, dopo la morte del 16enne Giuseppe Lenoci, avvenuta in un incidente stradale mentre era in viaggio per uno stage formativo presso una ditta di termoidraulica. In piazza del Popolo anche i familiari di Giuseppe, una rappresentanza dei lavoratori della Caterpillar di Jesi, in lotta dal 10 dicembre dopo l'annuncio che l'azienda intende chiudere lo stabilimento. Decine i rappresentanti di forze dell'ordine, in divisa e in borghese, ma la manifestazione non è mai degenerata tra messaggi contro l'alternanza scuola-lavoro, ormai denominata Pcto, che "va abolita", e appelli per una scuola diversa, con "più risorse e lezioni in presenza" e anche con laboratori interni. Il più duro Riccardo del collettivo universitario di Macerata: "quello che è successo a Giuseppe rappresenta una scuola che mira allo sfruttamento.
Assurdo che il ministro Bianchi parli di sicurezza sul lavoro, a 16 anni non si è lavoratori e non si può morire a 80 km da casa". "Il lavoro è una cosa, la formazione è un'altra" ha aggiunto, ricordando che ci sono "4 morti al giorno sul lavoro".
I centri di formazione per imparare un lavoro, come gli Artigianelli, frequentato da Giuseppe, debbono agire "per percorsi interni, in luoghi sicuri". I ragazzi, alcuni dei quali venuti da altre località delle Marche, hanno chiesto soprattutto cambiamento: "la scuola ha perso la capacità di costruire la mente critica e di affrontare il mondo del lavoro" ha detto un altro studente. "Alternanza, repressione, maturità. No alla scuola dei padroni" la scritta su uno striscione, mentre un altro riportava il motto dei lavoratori Caterpillar "Senza tregua".