Individua chi deve fare i passaggi
nel servizio sanitario e soprattutto accorcia i tempi entro i
quali un malato, che ne ha i requisiti, sarà accompagnato alla
morte dolce: in appena 20 giorni si potrà accedere al suicidio
assistito, in base alla sentenza della Corte Costituzionale
'Cappato/djFabo'. E' la proposta di legge regionale sul fine
vita, la prima nel suo genere in Italia, predisposta
dall'associazione Luca Coscioni e concordata con il gruppo
consiliare regionale del Partito Democratico delle Marche. Primo
firmatario il capogruppo Maurizio Mangialardi che ne ha
illustrato i contenuti oggi insieme a Filomena Gallo, segretario
dell'associazione Luca Coscioni. La proposta è già in
Commissione Sanità e presto approderà in Consiglio regionale. Si
sviluppa su 5 articoli che stabiliscono che è l'azienda
sanitaria a verificare i requisiti della persona che fa
richiesta di suicidio assistito, entro dieci giorni dalla
richiesta. Entro 5 giorni l'azienda sanitaria trasmette le
relazioni al comitato etico competente che dovrà emettere il suo
parere entro i successivi 5 giorni ed inviarlo all'azienda
sanitaria che immediatamente informerà la persona interessata.
L'obiettivo è di "arginare ostruzionismi, ritardi e difficoltà",
si legge nella relazione, che hanno caratterizzato i casi di
Federico Carboni (Mario), di Senigallia (Ancona), il primo
italiano che il 16 giugno scorso ha avuto accesso al suicidio
assistito, dopo una battaglia legale durata due anni, di Fabio
Ridolfi, che pur avendo i requisiti ha dovuto attendere mesi per
avere il parere positivo del comitato etico Regione Marche e
alla fine ha preferito ricorrere alla sedazione profonda e di
'Antonio', anche lui con parere positivo ma senza indicazione
del farmaco da utilizzare né delle modalità di somministrazione:
lui ha nuovamente denunciato l'Asur e sta valutando se riaprire
la pratica per avere il suicidio assistito in Svizzera.
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