Dagli orti coltivati dai detenuti
arriva un quintale di prodotti destinato a famiglie in
difficoltà. Tutto questo è possibile grazie a Coldiretti che ha
messo a disposizione del carcere di Barcaglione, ad Ancona, un
tutor dell'orto, Antonio Carletti, presidente di Coldiretti
Federpensionati Ancona, e Sandro Marozzi, agronomo della
struttura. I detenuti imparano un lavoro, coltivando pezzi di
terreno, e si preparano al reinserimento sociale rendendosi
utili per la comunità. La settimana scorsa sono stati
consegnati, per la successiva distribuzione, 80 chili di ortaggi
alle Patronesse del Salesi. Il carcere di Barcaglione in questo
è un esempio a livello nazionale. Sono 60 i detenuti che si
occupano, in forma volontaria, dell'orto sociale. Il primo passo
verso l'azienda agricola vera e propria dove si producono olio
extravergine di oliva dall'oliveto, miele dalle arnie e,
ultimamente, anche formaggi e latte con un gregge di 20 pecore e
il caseificio interno.
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