Dallo scoppio della guerra in
Ucraina a ottobre sono oltre 70 i profughi ospitati dalla
Caritas a Senigallia (Ancona) in un hotel della città che è
stato ora chiuso. In sette mesi di accoglienza le decine di
persone, moltissime donne, bambini e adolescenti, si sono pian
piano trasferite da parenti o amici, alcuni sono tornati a casa
o si sono spostati in altri Paesi europei. Le otto donne
rimaste in accoglienza tutto questo tempo al Cas (Centro di
Accoglienza Straordinario) "Futuro", predisposto in un ex hotel,
sono state inserite in parte in alcuni progetti del Sistema
Accoglienza Integrazione, in parte trasferite al Cas di Loreto
(Ancona), sempre gestito da Caritas Senigallia, dove gli ospiti
sono una trentina.
La chiusura del Cas Futuro, avviato in accordo con la
prefettura di Ancona e grazie alla collaborazione della
Fondazione Mirco Giacomelli, comporta anche la chiusura della
raccolta fondi che la Diocesi senigalliese, attraverso la
Caritas cittadina, aveva aperto per l'emergenza Ucraina,
riuscendo a raccogliere circa 88mila euro. Donazioni che sono
state utilizzate per sostenere le spese per la cura e
l'assistenza sanitaria, burocratica e psicologica dei profughi
ucraini presenti sul territorio diocesano, oltre che per buoni
pasto e per i servizi rivolti ai minori. Altra voce di spesa
sostenuta dalla Diocesi con i fondi donati è quella relativa
all'allestimento della nuova struttura di accoglienza a
Senigallia, l'adeguamento di quella già esistente a
Montemarciano (Ancona) e la predisposizione della struttura di
accoglienza a Loreto.
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