"Per noi il rilancio del borgo
significa innanzitutto il rilancio valoriale. Noi vogliamo
rilanciare le piccole comunità che hanno dato un grande
contributo alla valore economico, all'artigianato, alla
manifattura, alla cultura, alla storia, alla tradizione,
all'identità, all'autenticità della nostra Regione. I borghi
nella strategia degli anni passati purtroppo hanno perso la loro
centralità e anche la loro accoglienza. Noi riteniamo invece
che, per il tramite dei borghi, possa rivivere una strategia di
rilancio del nostro territorio, fondamentale per le aree interne
e per i centri storici. Non solo, riteniamo che per il tramite
dei borghi possa tornare ad essere fondamentale una visione
della società, una visione dell'economia, una visione del
territorio e una visione della comunità". Lo ha detto il
presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli al Meeting
di Rimini durante un incontro dal titolo "Il patrimonio
culturale e la rinascita dei borghi" a cui ha partecipato, tra
gli altri anche il commissario sisma 2016, senatore Guido
Castelli.
No a "borghi museo", ha sottolineato Acquaroli, ma "politiche
che facciano del borgo un'alternativa vera plausibile è
percorribile al modello di vita che c'è stato proposto per tanti
anni della città metropolitana o della città che è cresciuta ma
che non può diventare l'unica soluzione". Così il presidente
della Regione Marche Francesco Acquaroli intervenuto al Meeting
dell'Amicizia. "La sfida dei borghi è la sfida di una civiltà
che rischia di scomparire - ha sottolineato il presidente della
Regione - trascinandosi dietro le nostre identità più profonde.
Il nemico più importante del Borgo è il bando per il borgo - ha
aggiunto - perché noi non abbiamo bisogno in Italia di
recuperare 20 Borghi ed ergerli al museo di qualcosa che non c'è
più poi abbiamo un bisogno di creare politiche che faccio del
Borgo un'alternativa vera". "Noi abbiamo il problema enorme dei
centri storici piccoli piccolissimi, a volte minuscoli e dei
borghi. - ha proseguito - Allora io, facendo il sindaco qualche
anno fa, ho dovuto mettere a budget a bilancio della nostra
piccola Comunità delle risorse per mettere in sicurezza alcuni
edifici privati che erano stati abbandonati per una questione di
eredità. Allora da presidente di Regione, insieme alla Giunta e
alle forze di maggioranza, - ha ricordato Acquaroli - abbiamo
pensato di studiare un modello che mettesse al centro il borgo
come un fattore di sviluppo e un modello economico e sociale
economico e sociale realmente alternativo che non deve vivere di
assistenzialismo ma che deve essere messo in condizione di
competere. Un modello, ha proseguito il presidente, "che si
fonda sul turismo, che può consentirci di recuperare questi
spazi. I nostri Borghi sono dei veri scrigni, un patrimonio
enorme dal punto di vista urbano, culturale, spirituale, perché
abbiamo delle chiese bellissime, un patrimonio culturale di
assoluto prestigio. Intorno a una visione, potenziata
sicuramente di infrastrutture materiali e digitali, ha detto
ancora Acquaroli - occorre ridare un'opportunità a questi luoghi
che però diventano centrali. Se abbandoniamo certe aree ci
troveremo in una situazione in cui - ha ammonito - tutto quello
che a monte non viene curato farà il danno a valle: lo vediamo
con le alluvioni, con una manutenzione che non può essere messa
completamente a carico delle istituzioni e del bilancio
pubblico, che sia lo Stato, le Regioni o Province". "Noi non
dobbiamo guardare come questi territori come un elemento che non
ci consente di essere competitivi - ha rimarcato - dobbiamo
investire affinché questi territori possano tornare
protagonisti. Io sono convinto, noi siamo convinti che uno
spazio c'è, che ci sono tante persone nella nostra regione, la
maggior parte straniere che restano affascinati dai borghi e
acquistano un'abitazione e poi si trasferiscono a vivere in
Italia". "Questo può essere fatto sicuramente con lo smart
working - ha proseguito Acquaroli - può essere fatto per
implementare un turismo che non può essere solo balneare o di
montagna: c'è uno spazio per il turismo del borgo, per la
destagionalizzazione della cultura, dell'enogastronomia".
"Riattivando questo tipo di visione del nostro territorio - ha
concluso - noi siamo convinti che ci sia tanto interesse e tanto
spazio che può rendere il nostro territorio più competitivo può
garantire occupazione e rimette la persona al centro".
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