Mediterraneo minacciato da erosione e inquinamento
Rapporto Unep/Map, piombo rilevato anche in cozze italiane
16 giugno, 22:39(Di Chiara Spegni) (ANSA) - BRUXELLES, 15 GIU - Erosione delle coste, inquinamento da metalli pesanti e rifiuti, specie invasive, pesca eccessiva: sono queste le grandi minacce con cui il Mar Mediterraneo e anche l'Italia devono fare i conti. Specie d'estate, quando milioni di turisti si riversano sulle spiagge. A fare il punto sullo stato di salute dell'ambiente del 'Mare Nostrum', fra le 25 aree del mondo al top per ricchezza di biodiversita', e' un rapporto dell'Unep/Map, il braccio per il Mediterraneo del programma Onu per l'ambiente.
Secondo il rapporto, circa un quarto delle coste del bacino soffre del fenomeno dell'erosione, incluse alcune aree di grande valore ecologico, come il Mar Ligure, la costa tirrenica dell'Italia e il Delta del Po. Sono 1.500 i km delle coste europee del Mediterraneo trasformati in coste 'artificiali', in aree come la Sardegna, i mari Adriatico e Ionico: 1.237 km dei quali occupati solo dai porti dell'Ue. Sul fronte inquinamento, il quadro non e' confortante: il 37% degli insediamenti costieri con oltre duemila abitanti nel Mediterraneo non dispone di un impianto di trattamento dei reflui e il problema interessa anche l'Italia, in particolare la Sicilia.
Un fattore preoccupante e' poi la presenza di tracce di metalli pesanti, specie piombo e mercurio, nei sedimenti costieri e nella tipica cozza mediterranea (Mytilus galloprovincialis). Il piombo e' stato rilevato nei mitili dove i sedimenti sono contaminati, in genere vicino a scarichi industriali, portuali e urbani, anche lungo la costa occidentale dell'Italia, fra il Golfo di Genova e Napoli, oltre che sulla costa Nord della Sicilia (Palermo) e nella parte meridionale della Sardegna (Portoscuso).
Nel Mar Adriatico, livelli elevati di piombo sono stati registrati nella laguna di Venezia e nelle aree dove si riversa il Po, oltre che nel Golfo di Trieste. La tendenza generale comunque sembra sia quella della diminuzione delle concentrazioni di metalli pesanti. La spazzatura costituisce una minaccia importante anche per le specie marine del Mediterraneo, con la plastica in pole position.
A livello mondiale la stima e' che i rifiuti in mare ogni anno uccidano oltre un milione di uccelli marini e 100.000 mammiferi e tartarughe.
Nel Mediterraneo particolarmente colpite sono le tartarughe marine, che scambiano la plastica per la loro preda, le meduse. Altro fattore di pressione sull'ecosistema del Mediterraneo sono le specie 'straniere', entrate soprattutto dal Canale di Suez: sono almeno 500 quelle acquatiche osservate che si sono comodamente stabilite, con un impatto pesante su quelle 'locali'.
A fare le spese poi di pesca eccessiva, degrado degli habitat e inquinamento sono anche alcuni animali tipici del Mediterraneo: in primis la foca monaca, limitata ormai alle coste dell'Egeo, ma anche: delfino comune, stenella striata, capodoglio, tartarughe marine, squali e razze. Rimane infine costante la minaccia della pesca e delle catture accidentali: secondo i dati dell'Unep/Map, oltre il 65% degli stock commerciali vengono pescati oltre il limite della sostenibilita' e fra un quarto e un quinto di tutti i pesci catturati sono rigettati in mare. (ANSA)