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Marò: l'Italia esplora la via bilaterale con Delhi

Ma senza pregiudizio per un eventuale arbitrato internazionale

28 agosto, 16:36
Marò: l'Italia esplora la via bilaterale con Delhi Marò: l'Italia esplora la via bilaterale con Delhi

 (di Maurizio Salvi) (ANSA) - NEW DELHI, 27 AGO - Un giudice speciale di New Delhi ha preso atto oggi del rinnovo, estensione e trasferimento dal Kerala, approvati dalla Corte Suprema il 4 agosto, delle garanzie bancarie che permettono ai Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone di continuare ad usufruire della libertà dietro cauzione. Un appuntamento scontato nel tribunale di Patiala House, anche se il giudice Reetesh Singh, apparentemente colto di sorpresa dal fatto che tutto fosse già stato sistemato, ha chiesto al vice ispettore della polizia Nia, P.V. Vikraman, di verificare presso la Corte stessa il buon esito dell'operazione e di presentargli un rapporto per una nuova udienza fissata per venerdì prossimo. Questo tipo di procedure illustra il troppo faticoso iter della giustizia indiana e spinge a ritenere più urgente che mai un'iniziativa vigorosa che coinvolga i governi di Roma e New Delhi per portare a soluzione una vicenda che tiene bloccati i due marò in India da oltre due anni e mezzo. Va ricordato che fra fine febbraio e metà marzo il ministro degli Esteri Federica Mogherini, appoggiata dalla collega della Difesa Roberta Pinotti, ha chiarito che di fronte alla linea indiana di inazione sostenuta dal fatto che "la questione è sub iudice", l'Italia aveva deciso di imboccare la via della internazionalizzazione e dell'arbitrato internazionale. A segnare una volontà di mutamento della strategia, il governo italiano annunciava a fine aprile la sostituzione dell'inviato Staffan de Mistura con un team nuovo di giuristi coordinato dall'avvocato inglese Daniel Bethlehem. Fra queste decisioni e l'attualità è venuta a maggio la vittoria elettorale ed il governo di Narendra Modi (Bjp). Questi ha sgominato il partito del Congresso e, per quanto riguarda i marò, eliminato un elemento che li aveva fortemente pregiudicati: il "fattore Sonia Gandhi". Una volta ottenuto il successo elettorale la vicenda marò ha perso di interesse per il premier che dopo tre mesi è ancora alle prese con problemi organizzativi di partito e di governo, e sul piano internazionale si è occupato quasi solo dei contatti con i Paesi della regione. A quanto è stato possibile sapere, i mesi trascorsi sono stati utilizzati dal team di giuristi per mettere a punto una proposta negoziale da rivolgere al governo Modi con un mutamento fondamentale di ottica: non più una strategia "adversarial" (antagonista) da scontro frontale, ma un'altra in cui le parti trovino vantaggi che le inducano ad accettarla. E per questo si è lavorato all'apertura di canali di comunicazione bilaterali. C'è in ambienti italiani la convinzione che se questa ripartenza, che ha tenuto conto di possibili errori commessi in passato, dovesse funzionare ha il vantaggio di tempi più rapidi per riportare i marò a casa. Essa inoltre, si ritiene, non pregiudica in nulla, anzi contribuisce, all'eventuale richiesta di un arbitrato internazionale se la parte indiana dovesse mostrarsi nei fatti poco collaborativa. Va detto che non è raro il caso di tribunali internazionali che hanno finito per giudicare inammissibili certe controversie perché le parti non si sono consultate in modo corretto per ricercare una soluzione alla disputa che le contrapponeva. Sul tema chiave della giurisdizione, ad esempio, nella sentenza della Corte Suprema (13 gennaio 2013) in cui il giudice Altamas Kabir la assegnava allo Stato indiano, si lasciava aperta la possibilità di una contestazione da parte italiana in base all'articolo 100 della Convenzione UNCLOS. Ma su questo non vi è mai stata opportunità di confronto politico-diplomatico fra Italia ed India.(ANSA).

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