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Nave Costa: i palombari del Gos, elite della marina

Hanno aperto sette varchi per raggiungere parti sommerse scafo

17 gennaio, 18:23
Gli incursori della Marina Militare Gli incursori della Marina Militare

(ANSA) - ROMA, 17 GEN - Sono comunemente indicati con l'acronimo del loro comando - Comsubin - i palombari e subacquei della Marina militare in azione in queste ore all'isola del Giglio. Il Comsubin (Comando subacquei e incursori) è uno dei reparti d'elite delle Forze armate italiane. Il quartier generale del "Comando subacquei incursori", che ha ereditato le tradizioni dei reparti d'assalto della Marina italiana, è a Varignano, nel golfo della Spezia. Il nome ufficiale del reparto è Raggruppamento subacquei ed incursori 'Teseo Tesei' (un ufficiale caduto in combattimento durante una missione nel porto di Malta, nel 1941): insieme al Col Moschin dell'Esercito, al Gis dei Carabinieri e agli incursori dell'Aeronautica costituiscono le Forze speciali italiane. Il Comsubin è diviso in due reparti: il Gos (Gruppo operativo subacquei) - una unità di palombari e sommozzatori specializzata, tra l'altro, nella bonifica degli ordigni in mare e in operazioni come quella in corso al Giglio - e il Goi (Gruppo operativo incursori), un gruppo ristretto composto da militari altamente specializzati e addestrati per azioni 'commando', sia a terra che in mare. Ogni incursore, al termine di un lungo iter addestrativo, è brevettato paracadutista, sommozzatore e rocciatore, oltre ad avere una completa conoscenza delle armi più sofisticate e di tutte le tecniche di combattimento, ricerca e soccorso, abbordaggio di navi, liberazione di ostaggi, disinnesco di ordigni. Il continuo addestramento consente al reparto di mantenere sempre elevati standard operativi. All'isola del Giglio i palombari del Gos sono oggi intervenuti per aprire, tramite microcariche esplosive, sette varchi sul lato dritto della Costa Concordia allo scopo di permettere ai sommozzatori di raggiungere parti della nave sommerse e non ancora ispezionate ma anche per creare ulteriori vie di fuga ai soccorritori per l'eventuale abbandono in caso di emergenza. "Abbiamo aperto dei varchi - spiega il sergente palombaro Antonio Ruggieri - nei punti della nave che più di altri ci consentono di entrare ed uscire in sicurezza. Sono state esplosioni controllate, per fare in modo che la nave non subisse delle variazioni che avrebbero potuto comprometterne la stabilità. Le microcariche sono state piazzate sui vetri antisfondamento, a poppa, al centro e a prua della nave. Si tratta di punti in cui, sulla base delle planimetrie a disposizione, è stato valutato più facile entrare". (ANSA).

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