Corte Europea condanna Italia per respingimenti in mare verso Libia
Prima volta respingimenti mare, decisione all'unanimità
23 febbraio, 16:02ANSA) - STRASBURGO, 23 FEB - La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha condannato l'Italia per i respingimenti verso la Libia. Nel cosiddetto caso Hirsi, che riguardava 24 persone nel 2009, non è stato in particolare rispettato l'articolo 3 della Convenzione sui diritti umani, quello sui trattamenti degradanti e la tortura. La corte ha inoltre stabilito che l'Italia ha violato il divieto alle espulsioni collettive, oltre al diritto effettivo per le vittime di fare ricorso presso i tribunali italiani. L'Italia è stata condannata a versare un risarcimento di 15mila euro più le spese a 22 delle 24 vittime, in quanto due ricorsi non sono stati giudicati ammissibili.
Come ha ricordato nei giorni scorsi il Consiglio Italiano per i Rifugiati (Cir), Il 6 maggio 2009 a 35 miglia a sud di Lampedusa, in acque internazionali, le autorita' italiane hanno intercettato una nave con a bordo circa 200 persone di nazionalita' somala ed eritrea (tra cui bambini e donne in stato di gravidanza). I migranti sono stati trasbordati su imbarcazioni italiane e riaccompagnati a Tripoli contro la loro volonta', senza essere prima identificati, ascoltati ne' preventivamente informati sulla loro effettiva destinazione. I migranti non hanno avuto alcuna possibilita' di presentare richiesta di protezione internazionale in Italia. Di questi 200 migranti, 24 persone (11 somali e 13 eritrei) sono state rintracciate e assistite in Libia dal Cir. E' stato lo stesso Consiglio ad incaricare gli avvocati Anton Giulio Lana e Andrea Saccucci dell'Unione forense per la tutela dei diritti umani di presentare ricorso dinanzi alla Corte europea dei diritti dell'uomo.
E' la prima volta, con la condanna odierna dell'Italia sui respingimenti in mare verso la Libia, che la Corte europea per i diritti umani di Strasburgo prende posizione su una violazione che coinvolge stranieri fuori dal territorio di uno Stato. E' quanto fa notare la stessa Corte, precisando tuttavia che in 60 anni di attività, è la seconda volta che condanna uno Stato in un caso di espulsione collettiva di stranieri. Il precedente riguardava il Belgio dove gli stranieri erano però presenti nel Paese, mentre nel caso italiano gli stranieri si trovavano ancora nelle acque internazionali.
La decisione odierna dei giudici è stata unanime: tutti i 17 che formavano la 'Grande Camera', hanno infatti votato per la sentenza di condanna. Nelle motivazioni, la Corte osserva innanzitutto che, nella Convenzione europea per i diritti umani "nulla impedisce chw venga applicato questo articolo del protocollo in zone extra-territoriali". Anzi sottolinea, la Corte se non lo si prendesse in considerazione verrebbero esclusi dalla protezione una grande parte dei migranti che in effetti si muovono via mare per raggiungere, a rischio della loro vita, un paese come l'Italia. che possiede migliaia di chilometri di coste. (ANSA)