Il caciocavallo di
Agnone (Isernia), la ventricina di Montenero di Bisaccia
(Campobasso) e la Tintilia della cantina Salvatore di Ururi
(Campobasso) tra le bontà 'made in Molise' promosse nello stand
dell'Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo (Aast) di Termoli
alla Bit di Milano. Un viaggio tra i sapori cui hanno preso
parte 30 giornalisti, nell'incontro con 'Peppone' Calabrese
della trasmissione "Linea Verde" e con il professor Rossano
Pazzagli dell'Università del Molise. "Siamo di antiche terre -
commenta il commissario Aast Remo Di Giandomenico - La nostra
natura deve essere vitalizzata, quest'anno sottolineiamo che la
natura non può essere sottomessa ai capricci del destino.
Abbiamo uno stand che rispetta la natura, un lembo di terra come
il nostro così piccolo, ma con prodotti di tutto rispetto". Per
il professor Pazzagli "conoscere il Molise, è come compiere un
pellegrinaggio laico religioso all'insegna del gusto. Si
sintetizza tutto nelle tre P: paesaggio, paesi e prodotti".
"Il Molise - ha aggiunto Pazzagli - è una regione di paesi.
Ce ne sono tanti. Incastonati nella pietra e perfino nel nome.
Rugoso e liscio allo stesso tempo. Ma è tutto da scoprire".
"Il Molise - ha detto Calabrese - lo sento molto vicino.
Sembra che non esista, ma invece c'è ed è molto reale, come la
mia Basilicata. C'è la transumanza, un rito meraviglioso, in
questo tragitto c'è tutta la forza e la grinta di questo
popolo". Per la ventricina l'ultima parola è stata del professor
Antonio Franzese, responsabile culturale del distretto "Molise
Orientale": "Questo prodotto è unico, solo in trenta comuni a
cavallo del fiume Trigno tra Abruzzo e Molise si realizza questo
dono che la cultura contadina faceva mangiare solamente nei
momenti più importanti. La cosa importante è che viene fatta
senza conservanti, ma soprattutto perché ha l'80% di carne magra
e il 20% di grassi".
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