A Campobasso, la sua città, con
il suo libro: Valentina Farinaccio torna a casa per presentare
"Non è al momento raggiungibile", il nuovo e terzo romanzo
pubblicato da Mondadori. Lo fa accompagnata da una delle
scrittrici che direttamente Farinaccio definisce "preziosa per
la letteratura contemporanea italiana", Donatella Di
Pietrantonio. Ed è subito feeling tra le due autrici che
raccontano mondi e generazioni parecchio distanti tra loro.
Molisana la prima, abruzzese la seconda, Farinaccio e Di
Pietrantonio regalano a un'affollata sala del palazzo ex Gil di
Campobasso momenti di profonda riflessione non solo sulla
narrativa contemporanea, ma anche e soprattutto sulle difficoltà
che sono piombate addosso a chi oggi ha 40 anni già da quando ne
aveva 20.
Valentina Farinaccio questa volta si concentra su Vittoria,
la protagonista del suo nuovo libro: personaggio che rappresenta
la vita di oggi stretta e, stritolata forse, tra la morsa della
comunicazione del web. "E' un giovane donna - spiega - che si
ritrova, a un certo punto, a vivere di social, ma anche di fame,
di cose sbagliate e con una vita fatta completamente di nevrosi
e dipendenze contemporanee".
È una presentazione particolare, intensa e intima, quella
che si svolge nella sala: Valentina Farinaccio non fa finta di
niente: presentare un libro a casa propria, soprattutto quando
questa è una piccola realtà dove tutti conoscono tutti,
significa fare i conti continuamente con la domanda delle
domande: quanto di autobiografico c'è in questa storia? Sei tu
Vittoria? "Ci ho messo dentro tutto quello che avevo urgenza di
raccontare", è la risposta su questo romanzo "faticoso e molto
molto importante dal punto di vista emotivo".
Di Pietrantonio apprezza Valentina Farinaccio, la stima in
particolare per l'ironia che la scrittrice de "L'Arminuta"
connota come "dolce", distante da ogni senso di superiorità:
"Alle scrittrici - sottolinea - è permesso tutto, ma un po' meno
l'ironia e meno che mai il sarcasmo. La voce di Valentina è una
voce femminile molto particolare, lei è riuscita a usare una
ironia dolce che si concentra sulle fragilità, sui fallimenti,
sulle cadute proprie e altrui in un modo che non è mai
giudicante, mai aggressivo, mai dall'alto, mai da una posizione
di superiorità e questa è una cosa molto bella".
Dopo la prima presentazione a Roma con Chiara Gamberale, e,
tra i tanti incontri, anche la partecipazione al Salone del
Libro di Torino, la scrittrice molisana, già autrice de "La
strada del ritorno è sempre più corta" e de "Le poche cose
certe" è alle prese con un fitto calendario che la sta portando
dappertutto in Italia.
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