"Il rischio chiusura
dell'unico centro di Radioterapia presente in regione, fa
rabbrividire a conferma di un andamento che penalizza le fasce
più deboli e indifese, ma problemi seri al Gemelli si registrano
anche per il servizio di Cardiochirurgia. L'ultima vicenda è
solo la punta dell'iceberg di un comparto che vive un tracollo
inarrestabile". A denunciarlo è il portavoce del M5S in
Consiglio regionale, Vittorio Nola, che ricorda come "Venafro e
il suo hinterland ancora attendono i 40 posti della Rsa e i 10
per i malati di Alzheimer come promessi e inaugurati, senza mai
essere attivati, da Donato Toma".
"Non esente da responsabilità il centrosinistra - spiega
Nola - che dopo aver governato in maniera pessima il Molise,
tenta disperatamente di cambiare volto, spinto a farlo per
raccattare voti alle prossime elezioni politiche.
Dal canto nostro sono anni, dall'insediamento in Consiglio
regionale, che denunciamo nefandezze inaudite e portiamo sui
tavoli proposte concrete per invertire il trend. A riguardo non
posso non ricordare quanto accade per il Santissimo Rosario di
Venafro, ospedale di confine dove ad ogni scadenza elettorale
tornano a farsi vivi candidati e presidente di Regione
accompagnati e sponsorizzati dal sindaco della città. Peccato
che la struttura, al pari di quelle di Larino, dove da un anno è
chiusa la camera iperbarica per mancanza di personale, Termoli,
Isernia e Agnone versa in condizioni disarmanti senza una
prospettiva futura in fatto di programmazione, termine
sconosciuto all'esecutivo Toma. Scomparso dall'agenda politica
il reparto Covid del Cardarelli di Campobasso".
"Così, mentre per il Santissimo Rosario si acceleravano le
pratiche per rendere operativo il decreto n.27 del 19/05/2016 -
sottolinea - che prevedeva l'attivazione dell'ospedale
territoriale di Comunità con la disattivazione del Pronto
soccorso e l'assistenza ospedaliera per acuzie, da rimarcare il
silenzio assordante sulla mia proposta di attivare un Punto di
primo intervento. Un servizio che come accade per altre Case
della salute, avrebbe potuto sopperire ai pesanti tagli messi in
atto dal decreto che contestualmente considerava la necessità di
ridefinire la rete ospedaliera".
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