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Europee, in Croazia successo conservatori, punito governo

All'Hdz 41,5% e cinque seggi.Affluenza molto bassa al 25,2%

26 maggio, 09:42
(di Franko Dota) (ANSA) - ZAGABRIA - Per la Croazia, membro dell'Unione europea dal luglio 2013, queste elezioni europee sono state quasi interamente incentrate sulla politica nazionale, sono mancati i dibatti sulle tematiche europee, e in tale chiave viene interpretata anche la netta vittoria del centro-destra che con il 41,5 per cento dei voti esprime cinque europarlamentari, degli undici assegnati al Paese.

Tomislav Karamarko, leader dell'Unione democratica croata (Hdz, conservatori, membro del gruppo Ppe), ha dedicato questa "grande vittoria", con un distacco di 12 punti percentuali dai partiti governativi, alla popolazione alluvionata in Slavonia, nel estremo est del Paese. Nessuno dei leader politici nelle prime dichiarazioni ha detto una sola parola sull'Europa, e Karamarko ha solamente ricordato che il Paese "è l'unico dei 28 ha non mostrare segni di ripresa economica". Da segnalare però che su questa lista il voto preferenziale è andato in massa a Ruza Tomasic, capo di un partitio di estrema destra nazionalista, con una forte dose di euroscetticismo, che non intende confluire nel Ppe. Gli elettori croati hanno duramente punito la compagine governativa, formata dai socialdemocratici e liberali, che ha ottenuto il 29 per cento, 3 per cento in meno rispetto a un anno fa, quando la Croazia ha tenuto le elezioni europee straordinarie, in attesa di aderire all'Unione. Il grande perdente è sicuramente il primo ministro, Zoran Milanovic, che ha lapidariamente commentato ''davanti a noi sono nuove sfide, e questi risultati sono un importante lezione per noi''. Non solo la lista del centro-sinistra di Milanovic scende sotto il trenta per cento, ma il candidato che ha avuto il maggior numero dei voti preferenziali è in aperta polemica con il premier, fatto interpretato come un diretto segnale di malumore degli elettori di sinistra con la leadership di Milanovic. I voti persi dai socialdemocratici si sono, come sembra, spostati su di una nuova formazione ecologista e di sinistra, guidata da una politica fuoriuscita dal Partito socialdemocratico, Mirela Holy, che ha ottenuto il 9,5 per cento e un europarlamentare. È stata in questo modo punita, seppur indirettamente, la politica di austerità perseguita dal governo da quasi tre anni, spesso su consiglio o insistenza di Bruxelles.

Sopra lo sbarramento del cinque per cento è anche un raggruppamento di forze di destra euroscettica e nazionalista, che con il 6,8 per cento dovrebbe avere un eurodeputato.

Nessuna della formazioni che stasera ha ottenuto risultati significativi è però fortemente antieuropeista, e neanche i politici eletti su liste di destra si esprimono contro l'Unione.

L'affluenza, in linea con altri Paesi dell'Europa centrale ed orientale, è stata molto bassa, di appena il 25,2 per cento circa. (ANSA).

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