(ANSA) - BRUXELLES - La Serbia non commise genocidio nei
confronti della Croazia durante la guerra dei Balcani. Lo ha
stabilito il Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia
che ha sede all'Aja. I giudici hanno quindi respinto le accuse
avanzate dal governo di Zagabria sulle tragedie di Vukovar e
altre città nel 1991.
Parlando davanti alla Corte, il giudice Peter Tromka ha sancito
che non ci fu genocidio e che quindi il "caso è destituito di
ogni fondamento". Le prove fornite dal governo croato - ha
aggiunto - non sono state sufficienti a dimostrare che le azioni
commesse dalle forze armate serbe avessero "lo scopo specifico
necessario perchè si parli di genocidio". S
econdo la Convenzione Onu, si prefigura un genocidio quando le
azioni militari hanno l'obiettivo di distruggere in tutto o in
parte un gruppo sulla base di ragioni etniche, razziali o
religiose. La città croata di Vukovar venne distrutta in seguito
all'occupazione serba durata tre mesi nel 1991: decine di
migliaia di croati vennero sfollati e circa 260 di loro vennero
arrestati e uccisi. Dal canto loro, le autorità di Belgrado
denunciarono i croati di aver espulso circa 200mila serbi dal
territorio croato. Quattro anni dopo, inoltre, le forze armate
croate bombardarono la maggioranza di etnia serba presente nella
regione della Krajina, provocando la fuga di circa 200mila
persone dalle loro case.
"Credo che con ciò e' stata chiusa una triste pagina del nostro
passato, e ne e' stata aperta un'altra sul nostro futuro": cosi'
il ministro della giustizia serbo Nikola Selakovic ha commentato
il verdetto della Corte internazionale di giustizia. "Ci
aspettavamo tale verdetto dei giudici. E' stato provato che non
ci fu genocidio da pare serba", ha detto Selakovic. (ANSA).
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