Bers, imparata lezione gas, aperta via Danubio
Intervista all'ANSA. South Stream in ritardo. 700 mln per Tap
05 luglio, 18:58di Beniamino Pagliaro
(ANSA) - TRIESTE - Prima gli episodi del 2006 e del 2009, poi la crisi con lo scontro in Ucraina degli ultimi mesi: la storia insegna e chi decide dell'investimento in energia in Europa agisce di conseguenza. La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers) apre la linea del Danubio, una via alternativa all'unica soluzione dello stoccaggio del gas dell'Est in Ucraina.
"Abbiamo finalmente imparato che c'è una questione di rischio" nel transito del gas da Est a Ovest, dice il direttore generale per l'Energia della Banca, Riccardo Puliti, in un'intervista ad ANSA Nuova Europa.
Dal 2009 la Bers ha investito oltre 300 milioni di euro in progetti per lo stoccaggio lungo il Danubio, e anche finanziato la realizzazione di un rigassificatore a Stettino in Polonia: tre miliardi di metri cubi di gas arriveranno dal Qatar, due dal mercato. Non sono numeri comparabili con il peso dell'Ucraina, che oggi nei serbatoi ha 14,2 miliardi, pari al 44% della capacità. E bisogna anche riconoscere - ricorda Puliti - che tra aprile e giugno Gazprom ha continuato a stoccare nel sistema ucraino 7 miliardi di metri cubi. La Russia rimane l'attore principale, e la Bers continuerà a investire anche nella Federazione, "per progetti che abbiano senso". Ma la diversificazione è un dogma europeo, e gli ultimi mesi hanno confermato il rallentamento di Mosca.
"South Stream sarà sicuramente in ritardo", afferma Puliti. "Gazprom - ricorda il direttore generale della Bers - ha una vertenza giuridica con la Commissione europea, entro novembre vedremo come finirà, se in un contenzioso o in un compromesso con l'obbligo di vendere alcune imprese". L'ultimo intoppo si chiama Bulgaria, con il governo che ha sospeso la costruzione della linea, ma Vladimir Putin ha ribadito: si va avanti.
La Bers investe 10-12 miliardi di euro all'anno nel settore energetico guidato da Puliti, italiano, alla Banca a Londra dal 1998. Dopo il fallimento di Nabucco, la Bers - afferma il manager - investirà 600-700 milioni per il gasdotto Tap (Trans Adriatic Pipeline) che collegherà il confine turco-greco all'Italia con una capacità iniziale di 10 miliardi di metri cubi. Dopo la firma degli accordi internazionali, Tap aspetta le valutazioni ambientali.
Un'altra scommessa - e forse meteora - è lo shale gas, che in pochi anni ha guidato una rivoluzione negli Stati Uniti, e che ha aperto qualche speranza anche nell'Est Europa. La Bers è pronta a intervenire, ma al momento i risultati delle trivellazioni nei paesi, Polonia in primis, non sono confortanti. "Non so se vedremo almeno uno dei progetti finanziato nei prossimi cinque anni", dichiara Puliti.
Dalla Russia all'Italia - Puliti raccomanda a Roma una politica stabile di ritorno sugli investimenti in tema di rinnovabili -, l'approccio dev'essere pragmatico. "Siamo in favore di una low carbon economy, ma - ammonisce la Bers - bisogna tenere conto dei cicli economici: invece di dire 20-20-20, è meglio pensare ad altre modulazioni, paese per paese, come stanno facendo ora negli Stati Uniti". (ANSA).