Macedonia cerca negoziato Ue, superare blocco Grecia
Intervista a Poposki, serve volontà politica. Ok a South Stream
28 ottobre, 15:54dell'inviato Beniamino Pagliaro
(ANSA) - SKOPJE - La Macedonia riprova la rincorsa europea e spera nel nuovo corso a Bruxelles per superare l'ostacolo principale per l'avvio del negoziato, che è ancora ad Atene. Il ministro degli Esteri di Skopje, Nikola Poposki, parla in un'intervista all'ANSA di un percorso "necessario ormai da anni", e descrive come "eccellenti" i rapporti commerciali e culturali tra Macedonia e Grecia. Ma "qualche decisore greco", e anche a Bruxelles, non vede l'urgenza del processo. "Non abbiamo il potere di cambiare", dice Poposki.
La Macedonia ha ottenuto lo status di candidato nel 2005, dieci anni dopo gli storici accordi con la Grecia sulla disputa del nome. Ma da allora poco è cambiato. Il centro di Skopje è stato rivoluzionato con nuovi imponenti edifici, e decine di statue, parte del processo di rafforzamento dell'identità nazionale. L'economia del Paese - due milioni di abitanti - continua a crescere: nel 2014 il Fondo Monetario Internazionale stima un incremento del Pil del 3,4% e del 3,6% nel 2015. Ma la Macedonia, che è uscita bene dalla crisi finanziaria, ha bisogno di riforme e dell'ingresso nel club europeo.
"E' necessario ormai da anni che alla Macedonia si permetta di avviare il negoziato di adesione con l'Unione Europea, ma questo non succede perché la decisione è nelle mani degli Stati membri, e almeno uno si oppone politicamente", dice Poposki, ricordando che anche la Commissione europea "lo raccomanda da sei anni di fila", e che la Corte internazionale di giustizia "considera illegale" l'atteggiamento greco.
"Qualche decisore greco pensa ancora che un blocco politico sull'ingresso nella Nato e nel percorso europeo possa far accettare ai macedoni alcune concessioni senza principio e di fatto illegali" aggiunge Poposki. A meno che il blocco non diventi costoso anche per chi lo attua, com'è per la Macedonia, è difficile che il risultato cambi". E' questione di "volontà politica".
Il ministro del governo conservatore di Nikola Gruevski, confermato dal voto di aprile, riconosce che oggi la Macedonia non sarebbe pronta a entrare in Europa, e non è l'economia - quand'anche la disoccupazione sia al 28% - ad essere "il più grande ostacolo". "Quello di cui abbiamo davvero bisogno - insiste Poposki - è un credibile processo di negoziato, così quando arriverà il tempo dell'adesione saremo davvero preparati e il clima tra i 28 sarà ben gestito".
La Macedonia cerca l'Europa ma non sposa la linea attendista dei vicini bulgari su South Stream. "Siamo favorevoli ad avere più forniture di gas e South Stream è decisamente una delle vie per raggiungere l'obiettivo nella nostra regione", afferma Poposki. Skopje guarda anche con favore al nuovo incarico di Federica Mogherini alla guida degli affari esteri europei. "E' decisamente un patrimonio per la nostra area. Mogherini è un decisore intelligente e sa che la strategia di rimandare le soluzioni di un problema non è sostenibile", conclude Poposki. (ANSA).