Vienna e il 'suo' mare, turismo in Adriatico nel XIX secolo
In mostra documenti, opere d'arte e fotografie sull'epoca d'oro
21 novembre, 10:20di Alberto Rochira
(ANSA) - VIENNA - Foto, avvisi e cartelloni pubblicitari, dipinti, libri degli ospiti e persino costumi da bagno dell'epoca raccontano, in un'affascinante mostra ospitata fino al 30 marzo 2014 nel 'Wien Museum', il museo della capitale austriaca, come l'impero austro-ungarico abbia scoperto il Mare Adriatico quale importante meta turistica nella seconda metà del 19 secolo. Proprio mentre la linea ferroviaria del sud tra Trieste e Vienna veniva completata, nel 1856, e in concomitanza con il collegamento alla rete del nuovo 'hub' di Fiume, nel 1873, si affermava in riva al Danubio la nuova moda e la bella costa che si estende tra le odierne Slovenia, Croazia e arriva fino al Friuli Venezia Giulia diventava per l'Impero la spiaggia prediletta dove trascorrere salubri e confortevoli vacanze. Nella mostra viennese, intitolata ''La Riviera austriaca. Vienna scopre il mare'' e accompagnata da numerosi eventi tra conferenze, proiezioni cinematografiche, lezioni, visite guidate alla città, laboratori per bambini e studenti, numerosi documenti testimoniano l'evoluzione della ''riviera austriaca'' nel periodo del boom turistico di fine secolo. Abbazia, per esempio, nel 1880 ancora uno sconosciuto villaggio di pescatori, solo 20 anni più tardi si era trasformata in una località turistica marina di primo livello, grazie allo sviluppo di progetti larga scala nel campo dell'edilizia alberghiera e della costruzione di stabilimenti marini, insieme con molti altri ex piccoli centri della costa istriana, come Portorose (attualmente in Slovenia), e delle isole del Golfo del Quarnero, come Cherso e Lussino, o come l'arcipelago delle isole Brioni, tutte località oggi appartenenti alla Croazia. Tra i punti di attrazione di questa ''riviera viennese'', c'era anche Grado (Gorizia), oggi importante meta turistica marina del Friuli Venezia Giulia, che grazie alla sua spiaggia sabbiosa divenne una tra le maggiori località di soggiorno marino per le famiglie. Un'evoluzione, quella del turismo austriaco sulla costa del Mare Adriatico, che si accompagnò alla rivoluzione dei trasporti: non solo quelli ferroviari, già menzionati, ma anche quelli marittimi, quando i porti di Trieste e di Fiume (Rijeka) furono fortemente ampliati e migliorati, e quando le compagnie di navigazione iniziarono a offrire servizi regolari verso le isole e le città costiere. I materiali in mostra documentano tutto questo e anche l'esplosione edilizia della ''riviera viennese'': furono costruiti nell'arco di alcuni decenni molti grandi alberghi secondo la moda della capitale, ville imponenti e verdissimi parchi sorsero lungo la costa, con il contributo finanziario di numerosi investitori. Moltissimi turisti giunsero attratti dagli effetti terapeutici dell'acqua e dell'aria di mare, dal clima mite e dagli splendidi ambienti paesaggistici di isole come Lesina (Hvar) o villaggi come Lovrano. Tra gli estimatori, un fisico importante come Theodor Billroth, frequentatore assiduo di Abbazia, e anche numerosi artisti, come i maggiori pittori austriaci dell'epoca, da Emil Jakob Schindler a Albin Egger e a Egon Schiele, che viaggiarono spesso lungo la costa adriatica. Accanto ai documenti e alle opere d'arte, la mostra propone anche un'esplorazione etnografica della regione costiera che ebbe origine da Vienna. L'esposizione, accompagnata da un ampio catalogo di 304 pagine (EUR 29), è stata ideata da Christian Rapp e Nadia Rapp-Wimberger, mentre il team dei curatori è composto da Christian Rapp, Nadia Rapp-Wimberger, Astrid Goettche, Alexandra Hoenigmann-Tempelmayr. L'allestimento è a cura di Polar, le grafiche sono di Larissa Cerny e Haller&Haller. Orari di apertura: da martedì a domenica (e festivi), dalle 10 alle 18. Il 24 e il 31 dicembre dalle 10 alle 14. Chiuso il 25 dicembre e il 1 gennaio. (ANSA).