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Kosvanec, maestro del '900 riscoperto grazie all'Italia

In esposizione a Praga opere del pittore da Firenze e Milano

07 maggio, 16:13

(ANSA) - PRAGA - Il regime comunista lo aveva accantonato e messo all'indice, l'arte e la storia gli hanno reso giustizia. Vlastimil Košvanec (1887 - 1961), uno dei grandi pittori e illustratori del '900 mitteleuropeo, viene celebrato a Praga per impulso dell'Istituto italiano di cultura pronto a raccogliere il testimone da critici, collezionisti e istituzioni che hanno collaborato fattivamente alle esposizioni monografiche al Museo Mediceo di Firenze e alla galleria del Centro Ceco di Milano.

Le opere di Košvanec per quasi mezzo secolo sono rimaste fuori dal circuito culturale europeo, tanto che l'ultima vera personale può essere considerata proprio quella del 1961, l'anno della scomparsa. Non è quindi casuale che i media della Repubblica ceca abbiano plaudito al ruolo dell'Italia nella riscoperta e nella rivalutazione dell'artista che torna idealmente in patria e riallaccia quei fili che a cavallo degli Anni '30 consentivano al Gruppo Umĕlecká Beseda (di cui era un attivista) di promuovere in Cecoslovacchia le opere, tra gli altri, di Carlo Carrà e Giorgio De Chirico. L'arte poliedrica di Košvanec è intrisa delle atmosfere di Praga e privilegia le manifestazioni della Natura e la figura femminile idealizzata, intensa e sensuale. Una parodia durante l'occupazione tedesca, non compresa nella sua reale portata, gli valse nel dopoguerra l'accusa di collaborazionismo e l'espulsione dall'Associazione degli artisti cechi, seguita da una condanna in tribunale e dall'imprigionamento. La morte della moglie, poi, lo spingerà verso una profonda crisi depressiva culminata nell'internamento in un ospedale psichiatrico. Negli Anni '50 potrà esprimere la sua pittura solo in clandestinità, ormai isolato dal mondo circostante e ignorato da tutti. Muore nell'indifferenza generale.

 

L'ambasciatore d'Italia Aldo Amati, all'inaugurazione, ha voluto rimarcare: «Fa piacere che la rivalutazione di un artista così complesso ed eclettico, curioso verso tutti gli aspetti della vita e che proprio dalla vita ha avuto meno fortuna di quanta ne meritasse, passi attraverso il nostro Istituto di Cultura, anche in vista delle celebrazioni del 2 giugno». Per il direttore dell'IIC Giovanni Sciola «Un significato specifico dell'esposizione sta nel fatto che le opere di Kosvanec tornano ad essere esposte a Praga, nella sua città e nella sua patria, a colmare idealmente il lungo silenzio che intorno alla sua figura ed al suo lavoro era calato intorno agli ultimi decenni del '900. Non certo di una riscoperta si tratta: piuttosto di una rivalutazione e di una rivisitazione». La mostra, visitabile fino al 7 giugno, è curata da Laura Carlino e dal presidente del Museo Martinengo. Si divide in tre sezioni, ognuna delle quali presenta le opere più significative dell'artista provenienti dalla collezione italiana, da collezioni private e dal Museo Nazionale di Praga. Alla realizzazione hanno collaborato anche il Centro Ceco di Praga diretto da Zdenek Licka e la Sezione storica del Museo Nazionale diretta da Marek Junek. (ANSA).

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