Sono 19 i luoghi di culto non musulmani destinati alle comunità residenti ad Abu Dhabi da oltre 33 anni, per i quali sono in corso le procedure di autorizzazione, secondo le norme dell'Emirato. Lo ha rivelato - secondo quanto riferisce l'agenzia vaticana Fides - Sultan Alzaheri, direttore esecutivo del Dipartimento di sviluppo comunitario ad Abu Dhabi, in una conferenza stampa organizzata nei giorni scorsi dal dipartimento stesso.
Tra i 19 luoghi di culto in via di autorizzazione, 17 saranno chiese e cappelle a disposizione delle locali comunità cristiane, mentre un tempio sarà destinato alla comunità indù e un altro ai Sikh. In linea con quanto voluto dal defunto sceicco Zayed Bin Sultan Al Nahyan, noto per la sua sensibilità al tema della convivenza interreligiosa, sono stati organizzati vari incontri con il clero e i rappresentanti delle diverse comunità di fede per definire le misure e le procedure più adatte a garantire la concessione di licenze per la costruzione dei luoghi di culto dove praticare i propri riti religiosi e le proprie liturgie.
Alzaheri ha aggiunto che il dipartimento sta lavorando per definire i protocolli legali che regolano l'istituzione e l'organizzazione di tutti i luoghi di culto nell'Emirato di Abu Dhabi, secondo gli standard adottati dal dipartimento, in linea con l'ordinamento giuridico nazionale ispirato alla Legge islamica.
L'annuncio diffuso da Sultan Alzaheri arriva dopo la riapertura del sito archeologico cristiano dell'isola di Sir Bani Yas, come un'ulteriore espressione della volontà di favorire la convivenza armoniosa delle comunità religiose negli Emirati Arabi Uniti. Ad Abu Dhabi, lo scorso 4 febbraio, papa Francesco e lo Sheikh Ahmad al Tayyeb, Grande Imam di al Azhar, hanno sottoscritto il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune.