(ANSA) - ROMA, 4 MAR - La produzione industriale
metalmeccanica è aumentata nel 2015 del 2,6% rispetto al 2014 ma
l'incremento è stato ''quasi esclusivamente'' dovuto al comparto
degli autoveicoli che ha avuto un progresso del 27,4%. Il dato
arriva dall'indagine congiunturale della Federmeccanica secondo
la quale l'anno è stato caratterizzato da un andamento positivo
nei primi due trimestri per avere poi un freno nella seconda
parte. Nell'ultimo trimestre 2015 si segnala un calo della
produzione dello 0,2% sul trimestre precedente e un aumento del
2,9% sul quarto trimestre 2014.
''Siamo ancora nel tunnel - ha spiegato il direttore generale
Stefano Franchi - ci sono alcune luci ma molte ombre. Rispetto
al periodo pre crisi abbiamo un livello di produzione del 30%
inferiore e 300.000 posti di lavoro in meno. Gli effetti sono
simili a quelli di una guerra. Serve una fase di
ricostruzione''.
Federmeccanica segnala che nel 2015 mentre è notevolmente
aumentata la produzione di autoveicoli ha segnato un calo il
comparto della metallurgia (-2,1%) e quello dei prodotti in
metallo (-3%) mentre la meccanica strumentale ha segnato un
progresso dell'1%.
Resta in difficoltà il mercato interno mentre crescono le
esportazioni (+4,3% in media 2015 ma con un rallentamento nel
corso dell'anno). Il 2015 si è chiuso con 200 miliardi di
fatturato del settore metalmeccanico indirizzato ai mercati
esteri e un attivo nella bilancia commerciale del settore di 56
miliardi. Le retribuzioni contrattuali dei lavoratori
metalmeccanici nell'anno - sottolinea Federmeccanica - sono
cresciute del 2,7%, le retribuzioni di fatto, nelle grandi
imprese, sono aumentate del 2,4% a fronte di una dinamica del
costo della vita pari al -0,1%.
"E' necessario - prosegue Franchi - fare i conti con la
realtà e trovare soluzioni di responsabilità. Con la grande
crisi economica abbiamo perso il 30% della produzione
industriale, il 25% della capacità produttiva, abbiamo perso
300.000 posti di lavoro. E questo ci porta a dire che dobbiamo
affrontare una fase di rinnovamento culturale in grado di creare
le basi per una 'ricostruzione'. Dire che la ricchezza deve
essere distribuita solo se viene prodotta è prima di tutto
un'affermazione logica: salario minimo di garanzia, retribuzione
legata alla produttività, welfare e formazione, sono i cardini
su cui intervenire". Per quanto riguarda le attese per il futuro
i livelli occupazionali sono previsti stabili mentre non ci si
aspettano ''significativi mutamenti del quadro congiunturale in
presenza di un portafoglio ordini sostanzialmente stabile''.
(ANSA).