(ANSA) - ROMA, 16 MAG - Nonostante l'avviato percorso di
riduzione della pressione fiscale, ''non è più tollerabile il
sacrificio chiesto alle piccole imprese da un fisco che si porta
via il 61% del loro reddito, circa 20 punti percentuali sopra la
media europea''. Così Sergio Silvestrini, segretario generale
della Cna, concludendo il convegno a Siena "Comune che vai,
fisco che trovi".
''Questa situazione è tanto più sentita in quanto non si
riesce a percepire ormai - ha aggiunto - il rapporto tra tasse
pagate e servizi che, in cambio, le imprese e i cittadini devono
ricevere. Occorre, allora, avviare un percorso di graduale
riduzione del carico fiscale sulle piccole imprese utilizzando
le risorse provenienti dalla lotta all'evasione fiscale e dalla
riduzione degli sprechi nella gestione della cosa pubblica.
Esistono due fondi taglia tasse, ma ancora non funzionano.
Occorre farli funzionare per annullare il differenziale di
tassazione che ci divide dall'Europa".
"Il divario di tassazione - ha sottolineato Silvestrini - non
esiste solo con le imprese degli altri Paesi europei, ma anche
tra piccole imprese che operano in diversi territori italiani.
Queste iniquità derivano, principalmente, dalla tassazione Imu
più Tasi sui beni strumentali delle imprese, peraltro fondata
sul valore catastale degli immobili non aggiornato e molto
distante dai reali valori di mercato. Non si può tassare un bene
strumentale d'azienda come se fosse una seconda casa. Gli
immobili aziendali sono arnesi da lavoro che servono per
produrre il reddito che poi viene tassato".
"La verità - ha rilevato il segretario Cna - è che il
federalismo fiscale è fallito perché si poggiava su un nuovo
equilibrio della tassazione tra centro e periferia che non c'è
stato. E' arrivato allora, il momento di aprire il grande
cantiere della riforma fiscale''. (ANSA).