L'Italia spinge sull'acceleratore per tornare a stringere i rapporti con l'Iran dopo l'intesa raggiunta sul disarmo nucleare. I ministri dello sviluppo Federica Guidi e degli Esteri Paolo Gentiloni saranno in missione a Teheran il 4 e 5 agosto prossimi per rilancio dei rapporti economici tra i due Paesi. Si muovono cosiì primi passi concreti su un mercato di circa 80 milioni di potenziali consumatori, che riapre le porte dopo l'importate accordo geopolitico raggiunto.
L'Italia era il primo partner economico e commerciale dell'Iran prima dell'introduzioni di sanzioni e quindi ora punta a ritornare con il suo sistema imprenditoriale.
Il ministero dello Sviluppo aveva subito annunciato di voler organizzare una missione e non ha perso tempo. ''Spero di poter presto riprendere un percorso di collaborazione bilaterale'', aveva affermato il ministro dello Sviluppo Federica Guidi ricordando l'incontro avuto, a margine dell'Expo, con il Ministro dell'Industria di Teheran. ''Prodotti e know how italiani - ha aggiunto - sono ancora molto apprezzati in quel mercato".
Nonostante le sanzioni l'Italia in questi anni non ha mai perso i contatti.
Lo scorso giugno un gruppo di 26 Pmi italiane - il gruppo nazionale più numero su un totale di un centinaio di imprese da 15 Paesi - ha partecipato alla prima edizione di Project Iran, una fiera specializzata nel 'contract' - ossia tutto quanto prevede una progettazione preventiva, dalle infrastrutture alle costruzioni. Gli incontri erano stati promossi proprio nella speranza che dovesse andare in porto l'accordo sul nucleare.
A fare i conti sul possibile impatto sono stati recentemente anche l'Ice e la Sace. L'accordo con l'Iran puo' valere un incremento dell'export italiano 'di almeno 2 o 3 miliardi nei prossimi 3 anni', secondo le previsioni del direttore generale dell'Ice, Roberto Luongo. Per Luongo 'lo spazio per crescere c'e' sicuramente visto che negli ultimi anni siamo scesi da 7,2 miliardi di interscambio a 1,6 nello scorso anno, i primi segnali positivi sono gia' arrivati con una crescita del 32% dell'export italiano nel primo trimestre e addirittura del 120% di quello iraniano verso l'Italia'.
Analoga la stima Sace, il gruppo che fornisce l'assicurazione per il credito all'export. Il ritiro delle sanzioni - ha calcolato - potrebbe portare a un incremento dell'export italiano nel paese di quasi 3 miliardi di euro nei prossimi 4 anni, salendo dagli 1,1 del 2014 ai possibili 2,5 del 2018. Nonostante l'inasprimento delle sanzioni avvenuto a fine 2011 quando esportavamo oltre 7 miliardi l'anno abbia ridotto sensibilmente gli scambi tra il nostro paese e l'Iran, l'Italia rimane tra i principali partner commerciali del Paese.
Non è però tutto scontato. La Sace segnala che riguadagnare le quote di mercato perse in Iran non sara' facile, considerando che concorrenti quali Cina, India, Russia e Brasile hanno subito molti meno vincoli negli ultimi anni guadagnandosi una posizione importante all'interno del Paese.