- ROMA - Trovare la soluzione che lasci le Bcc libere di non entrare nella holding unica senza 'smontare' uno dei principi cardine della cooperazione, l'indivisibilità delle riserve. Mentre la commissione Finanze della Camera inizierà da martedì a votare gli emendamenti al decreto banche, prosegue sottotraccia il lavoro diplomatico (e di lobbing) per stemperare in Parlamento l'impatto, drammatico secondo le coop, della way out disegnato dal governo. Sulla riforma si sono peraltro concentrate le proposte dei deputati, una cinquantina proprio sulla way out. Alcuni punti trovano sostanzialmente tutti d'accordo, dalla necessità di prevedere un meccanismo di recesso anche dopo la creazione della holding a quella di fissare una data alla quale verificare i requisiti patrimoniali per restare fuori (ora 200 milioni di patrimonio netto). Sul meccanismo di uscita, invece, le posizioni divergono e vanno dalla richiesta 'estrema' di cancellare la way out a quelle, più quotate, di usare l'escamotage del 'conferimento' dell'attività bancaria alla nuova Spa, con le Bcc che rimangono cooperative.