(ANSA) - PADOVA, 11 MAG - Meno ufficio, più tablet. Più orari flessibili e luoghi di lavoro esterni alla sede aziendale per conciliare tempi di vita e di lavoro e migliorare la produttività. Lo Smart Working prende piede in Italia a velocità moderata ma crescente, più nelle grandi imprese che nelle piccole. Nel 2015 solo il 5% delle pmi ha già avviato dei progetti organici di Smart Working (a fronte del 17% nelle grandi imprese), introducendo in modo strutturato nuovi strumenti digitali, policy organizzative, comportamenti manageriali e nuovi layout fisici degli spazi. A queste si aggiunge il 24% di pmi, secondo uno studio focalizzato sulle piccole e medie imprese del NordEst, che sono in fase "esplorativa", si apprestano cioè ad avviare progetti in futuro, e un altro 9% che ha introdotto informalmente logiche di flessibilità e autonomia ma rivolte solo a particolari profili, ruoli o esigenze delle persone. Quasi quattro pmi su dieci, quindi, stanno andando in modo strutturato o informale verso questo nuovo approccio all'organizzazione del lavoro. Oltre il 60%, però, non ne conosce ancora cultura e modelli organizzativi o non si dichiara interessata. Questi sono alcuni risultati della ricerca dell'Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano che è stata presentata nella sede di Confindustria Padova. "Lo Smart Working rappresenta un cambio culturale - dichiara Ruggero Targhetta, presidente di Confindustria Padova Sit - significa ripensare l'organizzazione del lavoro e i vincoli legati a luogo e orario per liberare nuove energie dalle persone, lasciando maggiore autonomia a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati. È un nuovo approccio che, grazie alle nuove tecnologie, risponde alle necessità di efficienza e produttività delle aziende promuovendo al contempo la gestione ottimale dei tempi lavoro-famiglia".(ANSA)